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Decisione storica di Meta sulle pubblicità di politica nell’Ue: cosa cambia

Meta politica Ue

Meta sospende le inserzioni di politica a pagamento in Europa a causa delle nuove rigide regole Ue sulla pubblicità online.

Meta, il gigante dei social media, ha recentemente annunciato una svolta importante riguardo alla gestione delle pubblicità di politica in tutta l’Ue. Con l’introduzione di nuove regole più rigorose, la piattaforma intende adeguarsi alle normative europee volte a garantire maggiore trasparenza e sicurezza nel panorama digitale. Ma cosa significa tutto questo per gli inserzionisti, i partiti politici e gli utenti? Ecco tutte le novità.

Meta sospende le pubblicità di politica nell’Ue

Meta ha comunicato che, a partire da ottobre, non sarà più possibile pubblicare annunci pubblicitari relativi a temi politici, sociali o elettorali sulle sue piattaforme in tutta l’Unione Europea, ovvero su Facebook e Instagram. Questa decisione è stata presa in risposta alle nuove disposizioni europee contenute nel regolamento Ttpa, che introducono requisiti giudicati difficilmente applicabili e creano incertezze legali per la gestione degli annunci.

Secondo quanto riferito dall’azienda statunitense, le restrizioni previste dal Ttpa limiteranno fortemente le modalità con cui gli inserzionisti potranno raggiungere il proprio pubblico, portando così gli utenti a visualizzare contenuti meno rilevanti rispetto alle loro preferenze.

La misura interesserà oltre 530 milioni di utenti attivi mensili nell’UE, con una suddivisione di circa 261 milioni su Facebook e 272 milioni su Instagram.

Meta sospende le pubblicità di politica nell’Ue: nuove regole, cosa cambia

Il regolamento Ttpa, adottato nel 2024 e in vigore da ottobre 2025, obbliga le piattaforme digitali a etichettare chiaramente gli annunci politici e a indicarne il finanziatore, vietando inoltre l’uso di dati sensibili e di informazioni su minori per finalità di targeting pubblicitario. Questa normativa è stata introdotta dall’Unione Europea anche in seguito allo scandalo Cambridge Analytica del 2018, con l’obiettivo di proteggere la trasparenza e la privacy online.

“Nonostante i numerosi sforzi per condividere le nostre preoccupazioni con gli esponenti politici, ci siamo trovati di fronte a una scelta impossibile: modificare i nostri servizi per offrire un prodotto pubblicitario che non risponde più alle esigenze di inserzionisti e utenti – senza alcuna certezza che tale soluzione venga considerata conforme – oppure sospendere gli annunci relativi a temi sociali, elezioni e politica nell’UE”.

Meta ha sottolineato di continuare a sostenere la libertà di espressione e la possibilità di dibattito politico sui propri canali, precisando però che la nuova normativa rende insostenibile mantenere un sistema pubblicitario efficace per questo tipo di contenuti. L’azienda ha inoltre ricordato che, pur ritenendo la pubblicità politica uno strumento fondamentale per il dibattito democratico, il regolamento europeo impone vincoli tali da compromettere la qualità della comunicazione, costringendo alla sospensione degli annunci a pagamento su tematiche politiche e sociali solo nell’Unione Europea, mentre altrove questi servizi continueranno a essere offerti.

“Non siamo l’unica azienda a cui è stata imposta questa scelta. Ancora una volta, siamo di fronte a obblighi normativi che, nei fatti, stanno causando la scomparsa dal mercato di prodotti ampiamente utilizzati, con conseguenze sulla libertà di scelta e sulla concorrenza”.