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Mihajlovic: in migliaia a Roma per il commosso saluto a Sinisa, Mancini ‘perso un fratello’

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Roma, 19 dic. - (Adnkronos) - Oltre tremila persone dentro e fuori la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Piazza della Repubblica a Roma si sono riunite per l’ultimo commosso saluto a Sinisa Mihajlovic. Tantissimi tifosi di tutte le sue squadre da calciatore e allenatore. Tan...

Roma, 19 dic. – (Adnkronos) – Oltre tremila persone dentro e fuori la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Piazza della Repubblica a Roma si sono riunite per l’ultimo commosso saluto a Sinisa Mihajlovic. Tantissimi tifosi di tutte le sue squadre da calciatore e allenatore. Tante le personalità del mondo sportivo e non presenti alla cerimonia funebre dal ministro per lo sport Andrea Abodi, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dal presidente del Coni Giovanni Malagò al numero uno della Figc Gabriele Gravina.

Presente anche il Ct azzurro Roberto Mancini e tanti ex compagni di Mihajlovic calciatore. La delegazione della Lazio con il presidente Claudio Lotito e l’aquila Olimpia, tutto il Bologna, la sua ultima squadra da allenatore, Urbano Cairo e una delegazione della Stella Rossa. Non sono mancati neanche Gigio Donnarumma, Francesco Totti, Daniele De Rossi, oltre a Salsano Lombardo, Marchegiani, Stankovic, Jugovic, Iachini, Fiore, Corradi, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, Peruzzi, Di Livio, Cerci, Negro, Sirigu, Bruno Conti, Gianni Morandi, Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri.

''Sinisa è sempre rimasto lo stesso, un uomo ruvido, schietto, audace, generoso, allo stesso tempo dolce e tenero. Sinisa non è scappato. Ha affrontato la difficoltà on coraggio. Parlandone e piangendone. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità, la vera forza. Diceva: 'Non sono superman, ma devo combattere e non mollare mai'", le parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel ricordo di Sinisa, morto dopo una lunga battaglia con la leucemia, nel corso dell'omelia durante i funerali.

''Ci stringiamo tutti alla sua famiglia, ci stringiamo tra noi anche un po' fisicamente come stiamo facendo, e che ci fa bene", ha detto ancora Zuppi. "Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un'occasione a chi non l'aveva mai avuta, e vorrei che oggi sentiate l'affetto della madre che è la Chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli. Dava tutto alla famiglia e alle sue squadre del cuore. E' stato amato fino alla fine''.

Commosso il ricordo dell'ex pugile Vincenzo Cantatore, che nel 2019 ha fatto parte dello staff tecnico rossoblù. Alla cerimonia funebre era presente tra gli altri il ministro dello sport serbo Zoran Gajic, in rappresentanza del governo di Belgrado e del presidente Aleksandar Vucic. Il ministro, ha espresso profondo cordoglio alla famiglia, agli amici e a tutti gli sportivi che hanno stimato e voluto bene a Miha, come è sempre stato chiamato Mihajlovic in Serbia. “Ha vissuto il calcio e il calcio ha vissuto lui -ha detto il Ministro-. Era un vincente di una rara specie, il calcio si è fermato venerdì. Grazie di tutto”.

Ai funerali hanno assistito anche delegazioni della Federcalcio serba e della Stella Rossa di Belgrado, il club col quale Sinisa Mihajlovic vinse la Coppa dei Campioni nel 1991 e successivamente la Coppa intercontinentale. Tra gli altri erano presenti anche i calciatori della ex Jugoslavia Mirkovic, Petric, Jokanovic, Prosinecki e Boban.

Nel fine settimana a Belgrado la Stella Rossa ha dato la possibilità di firmare il libro di condoglianze, e ieri una commovente cerimonia di commemorazione per l'ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic si è svolta al centro stampa dello stadio 'Rajko Mitic' del club biancorosso, noto come il Marakana di Belgrado per il calore e la passione mostrata sugli spalti dai sostenitori della Stella Rossa.

Il feretro di Mihajlovic alla fine della funzione è stato portato fuori in spalla, tra gli altri, dagli ex calciatori della Lazio Dejan Stankovic e Attilio Lombardo e dal Ct della Nazionale italiana Roberto Mancini tra gli applausi dei tanti presenti. "Una vita e una amicizia insieme, perdo un fratello", le poche commosse parole di Mancini. Uno striscione degli Ultras della Lazio all’esterno della Basilica promette:

"Sinisa non sarai dimenticato… onore a chi gli amici non ha mai rinnegato". Poi l'ultimo saluto, sulle note del coro che accompagnava le sue indimenticabili punizioni: "E se tira Sinisa è gol".