Una nuova tragedia colpisce l’Italia nel contesto del conflitto in Ucraina. Un giovane soldato italiano è morto, colpito da un missile mentre si trovava al fronte. La sua scomparsa riaccende il dolore e la riflessione su quanto sia ancora alta la posta in gioco in questa guerra lontana, che continua a mietere vittime anche tra chi ha scelto di combattere per la pace e la libertà.
Ripercorriamo la sua storia, il suo impegno e il sacrificio che ha segnato la sua giovane vita.
Morto giovane soldato italiano in Ucraina: colpito da un missile
La guerra in Ucraina continua a fare vittime anche tra i volontari italiani: il 21 luglio è morto Artiom Naliato, un giovane di 21 anni. Artiom si trovava in un campo di addestramento quando un missile russo ha colpito l’edificio in cui alloggiava. Trasportato d’urgenza in ospedale, purtroppo non è sopravvissuto alle gravi ferite riportate. Si tratta della sesta perdita italiana dall’inizio del conflitto.
Nato in Ucraina ma adottato da bambino da una famiglia di San Luca Tribano, in provincia di Padova, Artiom non aveva mai dimenticato le sue radici e aveva deciso di tornare a combattere per la sua terra natale dopo l’invasione russa.
Artiom Naliato: la storia di un giovane che ha scelto di difendere il suo Paese d’origine
Di origini ucraine ma cresciuto in Italia, Artiom Naliato aveva mantenuto un legame profondo con il Paese natale. Pochi giorni prima della sua morte, era tornato a San Luca Tribano per fare visita alla famiglia adottiva, prima di ripartire per il fronte ucraino. La sua scelta di prendere parte alla difesa del territorio è nata dalla volontà di proteggere la sua terra d’origine, gravemente colpita dalla guerra.
“Con immensa tristezza salutiamo Artiom Naliato che ha scelto di combattere una guerra che portava nel cuore per la libertà del suo Paese d’origine a cui si sentiva profondamente legato. Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia. Artiom aveva deciso di combattere una guerra per difendere una terra che aveva nel cuore. Una scelta difficile, drammatica, ma animata da un senso di appartenenza e di responsabilità che non possiamo che rispettare”, ha dichiarato il sindaco Massimo Cavazzana.