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Da Zeminiana al web: morto Riccardo “Ricky” Checchin, pensionato diventato icona virale

riccardo checchin zeminiana

A Zeminiana era un volto familiare, sul web un personaggio virale: la parabola di Riccardo Checchin e il confine sottile tra comicità e derisione.

Nell’epoca in cui ogni gesto può diventare contenuto, anche la fragilità può trasformarsi in spettacolo. È successo a Riccardo “Ricky” Checchin, pensionato di Zeminiana di Massanzago, divenuto suo malgrado un fenomeno del web. I video che lo ritraevano nella sua quotidianità, girati di nascosto, hanno raggiunto milioni di visualizzazioni con titoli come “Veneto ubriaco in dialetto” o “Ciclista veneto ubriaco”.

Ricky è morto a 73 anni, lasciando una vicenda che rivela il lato più fragile della ‘fama’ online.

La storia di Riccardo Checchin

Riccardo “Ricky” Checchin, 73enne di Zeminiana di Massanzago, è diventato suo malgrado un fenomeno del web. I video che lo ritraevano tra imprecazioni in dialetto e bicchierini al bar avevano superato milioni di visualizzazioni con titoli come “Veneto ubriaco in dialetto” o “Ciclista veneto ubriaco”. Quelle clip, diffuse tra pagine di umorismo “trash”, lo avevano trasformato in un’icona involontaria della comicità popolare, alimentando sticker, meme e citazioni come “Ti non te poi saverlo”. Tuttavia, dietro la risata facile si celava la fragilità di un uomo che non comprendeva il mondo digitale che lo aveva reso celebre.

Il vicesindaco di Massanzago, Stefano Scattolin, ha ricordato come Checchin fosse una persona in difficoltà, ignara delle conseguenze della sua esposizione mediatica, sottolineando che qualcuno approfittava della sua debolezza, arrivando persino a farlo bere pur di riprenderlo. Anni fa, infatti, erano state segnalate alle forze dell’ordine alcune persone che lo filmavano di nascosto nei bar o dopo una caduta in bicicletta. La sua “bambina”, come chiamava affettuosamente la bici, e la sua voce colorita erano diventate simboli di un Veneto genuino ma anche stereotipato, specchio di un’umanità autentica spesso fraintesa.

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Checchin è stato trovato senza vita il 12 ottobre nella sua abitazione, dopo giorni di silenzio che avevano destato preoccupazione. La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di messaggi di cordoglio: cittadini, conoscenti e persino politici hanno voluto ricordarlo con parole affettuose. C’è chi lo ha definito “un uomo innocuo, semplice e autentico”, chi ha scritto “ci mancherai” o “un mito veneto che ci ha fatto ridere tutti”.

Anche Giuseppe Pan, capogruppo della Lega in Regione Veneto, ha voluto rendergli omaggio, affermando che “ci ha fatto ridere e pensare con il suo modo semplice e vero”.

Dietro a quella fama costruita su imprecazioni e ironia si nascondeva la realtà di un uomo solo, segnato da problemi di salute e difficoltà economiche. Persino dopo la morte, i video continuano a circolare come un “omaggio” discutibile a un uomo che non aveva mai scelto la ribalta. La vicenda di Ricky Checchin resta un monito amaro: dietro ciò che diverte online può nascondersi il dolore di chi, inconsapevolmente, è diventato lo spettacolo di tutti.

@soyellalo1111 Grazie per tutte le risate che ci hai fatto fare. Riposa in pace Riccardo (Richi) Checchin.😔 #riky #checchin #veneto #rip ♬ suono originale – LaloSalamanca