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Uno degli autori del colpo del secolo al Louvre sarebbe Niakate Abdoulaye, 39 anni, conosciuto nella banlieue nord di Parigi come “Doudou Cross Bitume” o “la leggenda del motocross”. Nato a Aubervilliers da una famiglia originaria del Mali, Doudou è noto per i suoi video di acrobazie in moto pubblicati fin dagli anni 2000 su YouTube, Dailymotion e poi su TikTok.
Secondo quanto riporta Le Parisien, nei filmati — ancora visibili online dopo 16 anni e con quasi 700.000 visualizzazioni — si vede Abdoulaye esibirsi in evoluzioni di motocross nel quartiere Landy di Aubervilliers, ma anche sugli Champs-Élysées e alla place du Trocadéro.
Negli ultimi tempi, Doudou aveva cambiato registro, pubblicando video in palestra o dando consigli ai giovani motociclisti del quartiere.
Il suo nome, però, è tornato alla ribalta per un motivo ben diverso: secondo gli inquirenti, Niakate Abdoulaye sarebbe uno dei due uomini entrati nella Galleria di Apollo per rubare i gioielli della corona di Francia, un furto da 88 milioni di euro compiuto a museo aperto e ancora senza bottino recuperato.
Gli arresti e le confessioni
Qualche giorno dopo l’arresto, Abdoulaye ha ammesso parzialmente i fatti, sostenendo di aver agito con Ayed Ghelamallah, 34 anni, di nazionalità algerina, su mandato di persone di cui non conosceva l’identità.
I due sono stati i primi arrestati nell’indagine sul furto al Louvre: Doudou è stato fermato ad Aubervilliers, mentre Ghelamallah è stato bloccato all’aeroporto di Roissy-Charles de Gaulle, poco prima di imbarcarsi per Algeri.
I ladri “inconsapevoli” del Louvre
Durante gli interrogatori, entrambi hanno dichiarato di non sapere di trovarsi dentro il Louvre, credendo che il museo fosse solo l’edificio della piramide, e di pensare che la domenica fosse chiuso al pubblico.
Un dettaglio che ha sorpreso gli inquirenti, data la portata del colpo, definito uno dei più audaci degli ultimi decenni.
Un passato già noto alla polizia
Con 15 precedenti penali, Abdoulaye era già una vecchia conoscenza della polizia parigina. Il suo reato più grave, prima del furto al Louvre, risale al 31 maggio 2014, quando partecipò alla rapina di una bigiotteria a Barbès con finti fucili d’assalto, fuggendo su scooter Yamaha T-Max — gli stessi modelli usati anche per la fuga dal museo.
Per quell’episodio era stato processato insieme a Slimane K., 37 anni, ritenuto oggi il terzo membro della banda, arrestato il 29 ottobre insieme alla compagna 38enne incensurata.
Tra famiglia, piccoli lavori e un nuovo processo
Figlio di un uomo tornato in Mali dopo la pensione, Doudou Cross Bitume è cresciuto in una famiglia di 23 fratelli e sorelle, nati da tre mogli. Tra furti, lavori saltuari e attività da tassista abusivo, il 5 novembre è atteso a processo per un altro reato: il danneggiamento del commissariato di Aulnay, dove era stato trattenuto nel 2019.
Nel frattempo, i suoi vecchi video di motocross tornano a circolare online, alimentando una nuova ondata di popolarità per una figura che, tra fama e criminalità, è diventata simbolo delle contraddizioni delle periferie parigine.