Si è aperta, finalmente, la settimana che porterà alla 27esima edizione della Notte della Taranta, che si svolgerà sabato prossimo a Melpignano (Lecce). Come ogni anno, qui in questo angolo del Salento dove il sole al crepuscolo colora la terra di rosso-marrone, sono attese almeno 100.000 persone che parteciperanno al grande evento del Concertone, una serata di musica e danza popolare, il momento più atteso e culmine di una manifestazione che valorizza tradizioni e storie della Puglia salentina.
“Sotto lo stesso cielo” di Melpignano decine e decine di migliaia di persone danzeranno al ritmo della pizzica salentina in una celebrazione collettiva della cultura del Salento che, grazie a chi oggi lavora dietro le quinte della Fondazione, viene reinterpretata in chiave contemporanea in dialogo con le culture e le tradizioni di tutto il mondo.
Il protagonista è sempre lui, il ritmo. Oggi, come nel 1300, la dimensione liberatoria della pizzica salentina è espressione dell’identità di un territorio che affonda le sue radici nella metà del XIV secolo, come documenta uno scritto dedicato agli effetti del morso della tarantola (Lycosa tarantula, un ragno appartenente alla famiglia Lycosidae) e ai relativi rimedi, fra cui si segnala l’uso di far danzare e allietare con la musica chi ne sia stato vittima. Oggi, come allora, si continua a ballare la pizzica. E’ vero, il mondo contadino rurale con i suoi rituali ad esso connesso sono scomparsi. Il ritmo della “pizzica” non cura più il veleno iniettato da un ragno forse più immaginario che reale e non esprime più una dimensione magica ma, di certo, permane quel potere meraviglioso della musica, che libera i corpi e li fa dialogare in ciò che gli antropologi definiscono “un laboratorio di comunità”, “un racconto di cultura popolare”.
Tutto ciò e molto di più è, d’altronde, la Notte della Taranta.
La Fondazione, guidata dall’ex ministro Massimo Bray, ha il merito di avere costruito intorno ad essa un calendario di eventi che, con il Festival itinerante, portano la tradizione e la magia della pizzica salentina in 20 piazze del Salento, dall’1 al 29 agosto. Il viaggio è partito da Corigliano e si concluderà a Galatina, il 24 agosto con la “notte delle ronde” e il 29 ad Alessano. L’edizione 2025 del Festival si contraddistingue per una ricca programmazione di concerti, spettacoli di danza, laboratori e talk e, come spiega il direttore Bray, sarà all’insegna della parola Plurali.
Plurali sono le voci, i linguaggi e le visioni che con questo Festival il Salento vuole evocare mondi affini o differenti. La musica e la danza popolare diventano in questo modo un “ponte” per guardare oltre, al di là dell’orizzonte del mare. “Nel momento cui si alzano barriere noi scegliamo di aprire le porte della cultura. Il Salento – spiega Massimo Bray – ci insegna che si può essere profondamente radicati e al tempo stesso essere aperti al mondo, all’incontro”. La musica del Salento si apre, così come facevano d’altronde i primi musicanti della pizzica, i quali con gli strumenti musicali esploravano e ricercavano il suono simile a quello emesso dall’animale al momento del morso. Anche oggi questa “ricerca” continua, con l’ambizione di tenere viva e integra una tradizione senza tempo.