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"Otto montagne", Borghi e Marinelli: la nostra storia di amicizia

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Roma, (askanews) - E' la storia di un'amicizia "Otto montagne", il film tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Cognetti, presentano in concorso al festival di Cannes. Scritto e diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, riporta sullo schermo insieme Alessandro Borghi e Luca Marinelli...

Roma, (askanews) – E’ la storia di un’amicizia “Otto montagne”, il film tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, presentano in concorso al festival di Cannes. Scritto e diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, riporta sullo schermo insieme Alessandro Borghi e Luca Marinelli, a sette anni dal successo di “Non essere cattivo”.

I protagonisti raccontano: “L’amore tra noi non è risbocciato perché non era mai sfiorito, quindi. E’ stato molto bello, ed è ancora molto bello, in realtà, perché deve ancora accadere tutto. Non avrei potuto immaginare un modo più bello di tornare a lavorare con Luca, su un film così lontano da noi, tratto da un libro meraviglioso, con due registi come Felix e Charlotte che si sono fidati di noi, ci hanno invaso di amore e di fiducia, è stato bellissimo”.

“E’ stato sette anni fa ma ci siamo conosciuti così tanto su quel film, abbiamo scambiato così tanto, condiviso così tanto. Secondo me è stato un grande vantaggio per noi interpretare questa profonda amicizia, questo amore, partendo già dal nostro grado di amicizia”.

In “Otto montagne” Borghi e Marinelli sono due uomini che cercano di prendere le distanze dalla strada intrapresa dai loro padri ma finiscono sempre per tornare sulla via di casa. Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Uno resta fedele alle sue montagne, l’altro va e viene. Ma rimarranno amici per sempre.

Borghi spiega: “E’ un film sull’amicizia, sulla necessità di trovare le nostre persone nel mondo e scegliere le persone con cui fare il nostro cammino. E’ vero forse che ognuno di noi ha il suo posto nel mondo, ma è anche vero che attraverso l’amore delle persone che ci circondano possiamo cambiarlo un po’ il nostro destino. E’ un film sulla dipendenza dell’affetto, sull’imbarazzo anche dell’affetto, sul trovare il modo giusto di dire le cose e anche sulla necessità di dire per forza qualcosa, credo”.