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Palermo: restano sotto sequestro i locali che ospitano palestra Virgin Active

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Palermo, 14 dic. (Adnkronos) - Restano i sigilli ai locali che ospitano la palestra Virgin Active di Palermo. Il gip Fabio Pilato ha respinto la richiesta del proprietario degli immobili, Filippo Basile. "Pur ribadendosi il convincimento circa l’insussistenza del periculum in mora e dell&...

Palermo, 14 dic. (Adnkronos) – Restano i sigilli ai locali che ospitano la palestra Virgin Active di Palermo. Il gip Fabio Pilato ha respinto la richiesta del proprietario degli immobili, Filippo Basile. "Pur ribadendosi il convincimento circa l’insussistenza del periculum in mora e dell’assenza di un apprezzabile aggravamento del carico urbanistico preesistente, deve rilevarsi che, anche la rivalutazione di tale profilo ai fini di un eventuale dissequestro, rimane preclusa per effetto del giudicato cautelare formatosi con la citata sentenza N. 21088/21, che ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di legittimità presentato dall’odierno ricorrente", scrive il gip Pilato. "Si ritiene, tuttavia, che l’eccessivo prolungarsi della fase delle indagini preliminari nella permanenza di un sequestro, si presenti eccessivamente penalizzante per le posizioni giuridiche coinvolte e riproponga la questione, mai risolta, della giusta simmetria che deve mantenersi fra il procedimento cautelare ed il giudizio di merito – aggiunge il gip – Invero, l’accezione restrittiva del fumus delicti, appiattita sul sindacato “dell'astratta configurabilità di un reato”, postula la necessità di una celere definizione del procedimento principale, non potendo ammettersi che il sacrificio provvisorio dei diritti patrimoniali e alle libertà personali, imposto con un provvedimento interinale fondato su una delibazione prognostica degli atti, si prolunghi ad libitum senza il pronto intervento di una verifica processuale".

Per il gip Pilato "L’eccessiva durata del sequestro comporta una sostanziale frustrazione dei diritti della difesa che, rimanendo imprigionata fra lo steccato dell’astratta configurabilità del reato e la barriera del giudicato cautelare, viene privata del diritto di interloquire sul merito della fattispecie e di far valere le proprie argomentazioni". "Nel caso di specie, una volta escluso il pericolo di crollo originariamente paventato, si ritiene che l’eccessiva durata del sequestro realizzi una oggettiva sproporzione fra reali esigenze di tutela preventiva e ripercussioni pratiche scaturenti dalla totale paralisi di un’attività produttiva (dipendenti, depauperamenti aziendali etc.)".