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Il pastificio La Molisana reagisce a dazi e dumping: pronto a produrre negli USA

la molisana usa

Dall’Italia agli USA: La Molisana pronta ad aprire un nuovo stabilimento, l'annuncio dell'AD Giuseppe Ferro.

Nel panorama dell’agroalimentare italiano, La Molisana rappresenta una delle eccellenze più riconosciute a livello internazionale. Fondata a Campobasso e da sempre simbolo di qualità e tradizione, l’azienda ha saputo trasformarsi in un marchio globale, esportando la propria pasta in oltre 120 Paesi. Tuttavia, l’attuale scenario economico, segnato da tensioni commerciali e nuovi dazi doganali, impone strategie innovative per continuare a presidiare mercati chiave come quello statunitense.

In questo contesto, la decisione di avviare una produzione diretta negli USA assume un valore strategico e di lungo periodo.

La Molisana: nuove strategie internazionali per affrontare i dazi

Ripercorrendo la storia delle precedenti indagini antidumping, l’amministratore delegato ha evidenziato come la prima procedura si fosse conclusa con un esito eccellente, “zero, quindi il meglio della correttezza”, mentre la seconda aveva comportato un’imposizione minima dell’1,6%. L’ultima, invece, ha generato un risultato anomalo, con un tasso del 91%, che – secondo Ferro – deriverebbe da un errore metodologico, poiché “non è stato fatto un calcolo” e l’azienda è stata giudicata “non collaborativa”, circostanza che egli ha smentito con decisione.

Nonostante le difficoltà, il manager ha voluto ringraziare i ministri Antonio Tajani e Francesco Lollobrigida, riconoscendo che “si sono mossi molto velocemente e in maniera significativa”.

Il pastificio La Molisana pronto ad aprire stabilimento negli USA

Il pastificio ha annunciato l’intenzione di aprire un proprio stabilimento di produzione negli Stati Uniti. Durante un incontro con i giornalisti, l’amministratore delegato Giuseppe Ferro ha illustrato i motivi alla base di questa scelta, legata all’entrata in vigore dei dazi al 107% previsti dall’amministrazione Trump a partire dal 2026. L’azienda, già coinvolta in tre procedure di dumping – e con una quarta in arrivo – si trova ora a dover affrontare nuove sfide sul fronte internazionale.

Ferro ha sottolineato la volontà di avviare un dialogo con le autorità americane per rivedere queste misure, spiegando che “con dazi al 107% per noi non è possibile lavorare. Tale scenario, ha aggiunto, rischia di compromettere un mercato strategico che oggi incide per circa il 10-11% sul volume totale delle esportazioni.

L’apertura del nuovo stabilimento americano, dunque, si configura come una mossa strategica per consolidare la presenza del marchio in un mercato cruciale e garantire la continuità della qualità e dell’eccellenza del made in Italy.