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Ddl Pillon, Di Maio: così non va, lo modificheremo

ddl Pillon

Sit-in e manifestazioni in piazza contro il ddl Pillon sull'affido condiviso. Contrario alla legge anche Luigi Di Maio che dice: "La modificheremo".

“Affido condiviso con tempi paritetici. In Italia solo il 6 per cento dei figli gode di entrambi i genitori con tempi paritetici o equipollenti dopo la separazione, contro il 68 per cento dei bambini svedesi” spiegava il senatore leghista Simone Pillon, uno dei promotori del Family Day, nel presentare il disegno di legge che porta il suo nome. Tra le norme inserite anche l’abolizione dell’assegno di mantenimento. Oggi, venerdì 9 novembre 2018, in 60 piazze italiane sono state organizzate manifestazioni di protesta contro il provvedimento.

Ddl Pillon così non va

Sul tema interviene anche il vicepremier Luigi Di Maio che, intervistato da Corrado Formigli per Elle, chiarisce: “Questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi perché così non va. La modificheremo per evitare effetti distorsivi”. I detrattori del ddl Pillon avvertono infatti che con questo provvedimento si rischierebbe di “trasformare la separazione e l’affido in un campo di battaglia permanente”.

“Il testo presenta criticità, in particolare la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore”, sottolinea per esempio Filomena Albano, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Il governo quindi prende tempo, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche, Giovanili Vincenzo Spadafora, che puntualizza: “Non possiamo accettare la proposta del senatore Pillon così come è stata formulata”.

Legge pensata per una famiglia patriarcale

Gli organizzatori delle manifestazioni e dei cortei che si svolgeranno oggi in 60 piazze italiane, da nord a sud, chiedono invece il ritiro del ddl Pillon che ha iniziato il suo iter in Senato. “L’intento dichiarato del senatore leghista è quello di svuotare di efficacia l’istituto del divorzio” denuncia infatti il movimento Non una di meno. “Se il ddl Pillon sarà approvato – viene avvertito in una nota – sarà più difficile e costoso separarsi e bisognerà organizzare le proprie vite e la cura di figli e figlie secondo un contratto di diritto privato sottoscritto a seguito della mediazione familiare obbligatoria a pagamento”.

“La bigenitorialità, così come intesa nella proposta di legge non favorirà una condivisione della cura in base alle possibilità e ai desideri dei genitori, ma imporrà una rigida spartizione del tempo” viene inoltre sottolineato. In merito poi alla cancellazione dell’assegno di mantenimento “chi si trova in una situazione di maggiore dipendenza economica e povertà – quasi sempre le donne – sarà sottoposta a un vero e proprio ricatto economico, e affronterà la separazione o il percorso di liberazione dalla violenza domestica al prezzo di una crescente precarietà” si evidenzia.