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Referendum sul taglio dei parlamentari: indetto per il 29 marzo

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Il Consiglio dei Ministri riunitosi nella giornata del 27 gennaio ha indetto per domenica 29 marzo il previsto referendum sul taglio dei parlamentari.

Nella giornata del 27 gennaio il Consiglio dei Ministri ha indicata la data per il previsto referendum sul taglio dei parlamentari, che stando a quanto stabilito su indicazione del Premier Giuseppe Conte verrà indetto per domenica 29 marzo 2020. La data per il referendum è stata decisa a seguito dell’approvazione dello stesso da parte della Corte di Cassazione, dopo le firme raccolte da un quinto dei senatori al fine di abrogare la norma sul taglio dei parlamentari fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle.

Referendum sul taglio dei parlamentari

L’ok dell’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione era arrivato lo scorso 23 gennaio, dopo il deposito in extremis venerdì 10 delle firme necessarie per consentire l’approvazione del quesito referendario. Secondo la Corte infatti, la richiesta di referendum sulla modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” è conforme all’articolo 138 della Carta stessa.

Si ricorda inoltre che per questo referendum non sarà previsto il quorum e che la riforma oggetto del quesito prevede la riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. Il 29 marzo era peraltro una delle date inizialmente previste dal governo per il referendum assieme a quella di domenica 22 marzo.

Lo slittamento di eventuali elezioni

Con l’indizione del referendum in data 29 marzo inoltre il governo si assicura il rinvio di eventuali elezioni anticipate qualora dovessero emergere crisi politiche nell’immediato periodo. Tenendo buona una scontata vittoria del si infatti, sarebbero necessari almeno due mesi per ridisegnare alcuni collegi elettorali del Rosatellum. Un lasso di tempo che impedirebbe l’indizione di elezioni anticipate nel mese di giugno, in concomitanza con le amministrative, e che farebbe slittare l’intero iter per un anno intero considerando anche l’impossibilità di votare in autunno durante la stesura della manovra economica.