Coronavirus, Salvini: "Problema non sono le discoteche ma i migranti"

Salvini torna sul recente aumento dei casi di coronavirus nel Paese sostenendo come il problema non siano le discoteche ma gli sbarchi dei migranti.

Intervistato dai giornalisti durante una conferenza stampa a Forte dei Marmi Matteo Salvini torna sul recente aumento dei contagi da coronavirus nel Paese, affermando come per lui il problema sarebbe imputabile non ai giovani che a centinaia si radunano in spiagge e discoteche ma agli sbarchi dei migranti sulle nostre coste.

Il leader della Lega ha infatti dichiarato: “L’unico problema legato al virus non sono i ragazzi che ballano ma quelli che sbarcano“.

Coronavirus, Salvini contro i migranti

Nel corso della conferenza stampa, Salvini collega a loro volta gli sbarchi con le politiche migratore del governo giallo-rosso, accusato di aver invertita la rotta impostata dallo stesso Salvini quando quest’ultimo era ministro dell’Interno nel precedente esecutivo: “L’anno scorso avevamo limitato a 4mila gli sbarchi, quest’anno siamo già a quota 15mila.

C’è un atteggiamento complice, criminale. Quindi, se Dio non voglia dovessimo tornare ad avere problemi di sanità, non è per gli italiani che stanno dimostrando buon senso, attenzione, rispetto, generosità ma è chiaro che se metti la mascherina in treno, in autobus, in negozio agli italiani ma intanto fai sbarcare migliaia di persone senza nessun controllo, che poi vanno in giro a infettare mezza Itala, il problema te lo vai a cercare”.

Il segretario leghista tende inoltre a minimizzare i rischi degli assembramenti sulle spiagge e sulle discoteche di tutta Italia, nonostante diverse regioni abbiano disposto la chiusura di queste ultime proprio nel timore che potessero aumentare i contagi: L’unica emergenza sanitaria che c’è arriva dal mare.

Però non è possibile che ci sia qualcuno per cui il nemico pubblico è il ragazzo che va in spiaggia, il ragazzo che va a fare l’aperitivo, il ragazzo che va in discoteca, il ragazzo che va al ristorante. Il problema sono gli sbarchi“.