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I referendum promossi sul lavoro non hanno raggiunto il quorum del 50% più uno, segnando un chiaro stop per le forze che li avevano sostenuti, in particolare la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il leader della CGIL Maurizio Landini. L’obiettivo dichiarato era superare almeno il 40% di affluenza, ma i numeri si sono fermati ben prima.
Un risultato che apre riflessioni politiche e strategiche all’interno del campo progressista. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del M5S, Giuseppe Conte, che ha voluto dire la sua sull’esito della consultazione.
Referendum senza quorum: affluenza ferma al 30%
I cinque referendum abrogativi riguardanti lavoro e cittadinanza si sono conclusi con un netto insuccesso: la partecipazione alle urne si è fermata intorno al 30%, molto lontana dal quorum del 50%+1 necessario per rendere valida la consultazione. Da un lato, il governo guidato da Giorgia Meloni — che aveva invitato a non recarsi a votare — ha interpretato il risultato come un successo politico; dall’altro, sindacati e forze di centrosinistra hanno denunciato una vera e propria “crisi della partecipazione democratica”, pur riconoscendo nei circa 14 milioni di votanti un potenziale punto di partenza per future mobilitazioni.
Referendum senza quorum: la reazione di Elly Schlein
L’obiettivo non ufficiale di Elly Schlein e del leader della CGIL, Maurizio Landini, era superare una soglia di partecipazione del 40% per dimostrare che la sinistra potesse contare almeno quanto la maggioranza di governo. Tuttavia, questo traguardo non è stato raggiunto.
“La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche. Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla“, ha dichiarato la segretaria Pd Elly Schlein, commentando l’esito dei referendum.
Schlein ha ringraziato le oltre 14 milioni di persone che hanno deciso di votare e tutti coloro che si sono mobilitati per far valere la voce dei cittadini, sottolineando che per loro il voto è importante. Ha poi espresso rammarico per il mancato raggiungimento del quorum, riconoscendo che sapevano sarebbe stato difficile arrivarci, ma ha ribadito che i referendum affrontavano temi che riguardano la vita di milioni di persone, quindi era giusto impegnarsi nella campagna senza tatticismi e ambiguità. Infine, ha assicurato che sui temi del lavoro e della cittadinanza, fondamentali per una forza progressista, continueranno a lavorare in parlamento con le loro proposte e che proseguiranno l’impegno a fianco degli elettori che hanno votato con la speranza di ridurre la precarietà e rendere l’Italia più giusta, trovando in questo motivo un’ulteriore spinta per costruire un’alternativa.
“La politica che tifa l’astensione si fa male da sola, è sempre importante quando gli elettori si possono esprimere. E noi continueremo a fare una grande campagna democratica per ridurre l’astensionismo e costruire un’alternativa. Andremo avanti a batterci per migliorare le condizioni materiali delle persone che questo governo ha completamente rimosso”, ha concluso.
Referendum senza quorum: la reazione di Giuseppe Conte
Il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha criticato sui social le dichiarazioni e le esultanze eccessive di alcuni sostenitori politici, invitando a rispettare circa 15 milioni di cittadini che si sono recati a votare, e in particolare gli oltre 12 milioni che hanno scelto il sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Ha sottolineato che si tratta di persone che, al di là delle appartenenze politiche, chiedono protezioni contro licenziamenti, precarietà e incidenti sul lavoro, e ha assicurato che il suo movimento sarà sempre dalla loro parte, portando avanti questa battaglia in Parlamento.
“Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento. Se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti (anzi alla fine potrebbero essere anche di più) con cui la maggioranza Meloni è arrivata al governo“.
Giuseppe Conte ha affermato che lo strumento del referendum necessita di una revisione sia nelle modalità che nei limiti, proponendo di abbassare il quorum in un Paese caratterizzato da un’elevata astensione, per premiare la partecipazione e la scelta dei cittadini. Ha sottolineato come, in un contesto in cui gran parte dell’informazione è controllata da pochi poteri che condizionano il dibattito, e in cui molti italiani non hanno praticamente mai sentito parlare del referendum per mesi, sia ancora più importante favorire la partecipazione.