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Rep.Congo: omicidio Attanasio e Iacovacci, per difesa un imputato irreperibile, rischio stralcio

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Roma, 25 mag. (Adnkronos) - Rischia di partire ‘monco’ il processo a Roma che vede imputati due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu, indagati per la vicenda legata alla morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio I...

Roma, 25 mag. (Adnkronos) – Rischia di partire ‘monco’ il processo a Roma che vede imputati due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu, indagati per la vicenda legata alla morte dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 22 febbraio 2021. Si tratta di Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza: ai due dipendenti, il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco contesta il reato di omicidio colposo. Leone e Rwagaza organizzarono la missione del nord del Paese africano durante la quale i due italiani furono uccisi in un agguato.

All’udienza preliminare di oggi a piazzale Clodio i difensore di Rwagaza, gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, hanno sollevato un’eccezione in merito alla irreperibilità e mancata notifica degli atti chiedendo una nuova notifica sul luogo di lavoro del loro assistito. Per la Procura però si tratta di una richiesta funzionale solo ad allungare i tempi dal momento che fra Congo e Italia non esistono convenzioni internazionali e il Pam inoltre non riconosce la giurisdizione italiana nei confronti dei suoi dipendenti che godrebbero di immunità diplomatica. Una linea ribadita con forza già nell’autunno 2021 quando il Programma dell’Onu si è fatto restituire dai due indagati l’atto di chiusura delle indagini notificato dalla Procura di Roma che ha riconsegnato all’Italia.

Il procuratore aggiunto dal canto suo ha chiesto al giudice di dichiarare l’irreperibilità di Rwagaza, la cui posizione potrebbe essere stralciata. Su queste richieste il giudice si è riservato di decidere alla prossima udienza del 1 giugno. All’udienza di oggi non era presente l’avvocatura dello Stato, fatto questo che dimostrerebbe come al momento il governo e il ministero della Difesa non abbiano intenzione di costituirsi parte civile.