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Salute: disturbo da gioco d'azzardo, per 1,5 mln italiani è problematico

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Roma, 13 ott. (Adnkronos Salute) - Un comportamento compulsivo che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti. E' il disturbo da gioco d'azzardo (Dga), "una patologia è in espansione" secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, ch...

Roma, 13 ott. (Adnkronos Salute) – Un comportamento compulsivo che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti. E' il disturbo da gioco d'azzardo (Dga), "una patologia è in espansione" secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, che "è a tutti gli effetti una dipendenza patologica 'sine substantia'", chiariscono gli esperti del dicastero.

Secondo l'ultimo studio epidemiologico condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana, "il 26,5% (pari a circa 13.435.000 persone) della popolazione maggiorenne si è dedicata al gioco d'azzardo in modo 'sociale', con differenze significative tra maschi e femmine (rispettivamente 30,2% contro 23,1%). I giocatori a basso rischio sono il 4,1% (circa 2 milioni di residenti) e i giocatori a rischio moderato sono il 2,8% (circa 1,4 milioni di residenti). I giocatori problematici sono il 3% (circa 1,5 milioni di residenti). Tra i giocatori problematici, la fascia di età 50-64 anni è la più rappresentata (35,5%)". Secondo il report, si inizia a giocare soprattutto tra i 18 e i 25 anni (51,8%) e tra i 26 e i 35 anni (18,4%), più raramente si inizia a giocare oltre i 46 anni (7,4%).

L'Istituto superiore di sanità (Iss) ha istituito un numero verde per il disturbo da gioco d'azzardo (800-558822). Istituto nel 2017, conta più di 14mila telefonate gestite. Tra il 2020 e il 2021 le telefonate sono passate da 2.413 a 3.771, a ottobre 2022 erano a quota 2.627. "Chiamano soprattutto dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Campania – riporta l'Iss – Oltre l'81% è venuto a conoscenza del telefono verde tramite Internet. L'utente è soprattutto un giocatore (62%) e tra i giocatori i maschi sono rappresentati per l'83,4%. Tra i familiari la percentuale più alta è rappresentata dalle donne (64,4%). Il servizio offre nella maggior parte dei casi interventi di counselling e orientamento sui servizi territoriali".