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Shoah, il dovere della memoria: "creare un monumento comune"

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Roma, 27 gen. (askanews) - Un convegno sulla Shoah alla vigilia del Giorno della Memoria, la ricorrenza che commemora le vittime dell'Olocausto. Un evento, quello promosso a Roma dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo, che ha unito ...

Roma, 27 gen. (askanews) – Un convegno sulla Shoah alla vigilia del Giorno della Memoria, la ricorrenza che commemora le vittime dell’Olocausto. Un evento, quello promosso a Roma dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e dall’Ufficio in Italia del Parlamento europeo, che ha unito due temi fondamentali e interconnessi, quello dello sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti e quello dell’Europa, con la sua democrazia e le sue istituzioni. Un appuntamento per incentivare la cultura della memoria, per onorare la responsabilità del ricordo e per promuovere iniziative di contrasto dell’antisemitismo. Specie tra le generazioni più giovani.

Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, ha aperto i lavori ponendo l’accento sull’idea di creare un monumento europeo alle vittime della shoah, da realizzare a Bruxelles, la sede di tutte le istituzioni europee: “L’Europa nasce in risposta agli orrori della Seconda Guerra Mondiale e tra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale la Shoh è chiaramente il più drammatico. Stiamo conducendo una serie di eventi in parallelo in tutta Europa proprio per cercare di vedere come creare un monumento comune sulla Shoah. La cultura ebraica fa parte della cultura europea, così come tante altre culture. Non si può essere antisemiti ed essere europei, l’Europa è fatta dalla tolleranza e dalla comprensione degli altri”.

Tra gli interventi anche quello della deputata Lia Quartapelle, che ha sottolineato l’importanza del ricordo e dell’identità europea: “Un dovere di memoria per raccontare un’Italia e un’Europa che valorizza le diversità e che trae nutrimento dalle diversità. Esattamente il contrario di quello che furono le leggi razziali e le persecuzioni in Italia e di quella che fu tutta la vicenda dello sterminio degli ebrei, degli oppositori politici, degli zingari, di tante altre minoranze religiose in tutto il nostro continente”.

Al convegno ha partecipato, con una lettera inviata a una platea formata anche da tanti studenti e studentesse, Liliana Segre. Ai più giovani la senatrice a vita – scampata alla tragedia dell’Olocausto – ha ricordato come non bastino parole e buone intenzioni per evitare i pericoli sempre incombenti di persecuzione, discriminazione e guerra e che è necessario creare le condizioni di fondo storico-sociali perchè un futuro migliore sia davvero possibile. Solo creando un ambiente nuovo sarà possibile sperare di non rivedere gli orrori cui il Novecento ha condannato i nostri popoli e il nostro continente.

Oltre a quello di Fabrizio Spada, dell’Ufficio di collegamento del Parlamento Europeo in Italia, non sono mancati contributi diplomatici come quello dell’ambasciatore di Svezia Jan Bjorklund e del rappresentante dell’Ambasciata di Israele Uri Zirinski, che hanno preceduto Davide Jona Falco, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Paolo Masini del progetto Il Civico Giusto e David Meghnagi, Direttore del Master internazionale in didattica della Shoah dell’Università di Roma Tre:

“All’interno del nostro ateneo di Roma 3 avevamo costituito questa prima esperienza europea che è stata ripresa anche da altre università europee e che è rimasta l’unica in Italia, basata su un modello interdisciplinare didattico che ha contribuito a formare oltre 150 studiosi”.