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'Ssn al capolinea', appello Gimbe per Patto politico-sociale e Piano rilancio

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Milano, 10 ott. (Adnkronos Salute) - Il Servizio sanitario nazionale è arrivato "al capolinea". I principi su cui si fonda, "universalità, uguaglianza ed equità", ormai "sono stati traditi" e sostituiti da "interminabili tempi di attesa, affoll...

Milano, 10 ott. (Adnkronos Salute) – Il Servizio sanitario nazionale è arrivato "al capolinea". I principi su cui si fonda, "universalità, uguaglianza ed equità", ormai "sono stati traditi" e sostituiti da "interminabili tempi di attesa, affollamento dei pronto soccorso, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali e locali sino alla migrazione sanitaria, aumento della spesa privata sino all'impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure". La Fondazione Gimbe parte da questo quadro, tracciato nel suo 6° Rapporto sul Ssn, per invocare "un Patto sociale e politico che, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governi", possa salvare attraverso un Piano di rilancio in 14 punti "quel modello di sanità pubblica, equa e universalistica", che rappresenta un "pilastro della nostra democrazia". Una "conquista sociale irrinunciabile", una "grande leva per lo sviluppo economico del Paese".

L'appello è stato lanciato oggi a Roma, nella Sala Capitolare del Senato, dal presidente Gimbe Nino Cartabellotta. "Considerato che il progressivo indebolimento del Ssn dura da oltre 15 anni, perpetrato da parte di tutti i Governi – afferma – non è più tempo di utilizzare il fragile terreno della sanità e i disagi della popolazione per sterili rivendicazioni politiche su chi ha sottratto più risorse al Ssn". In merito alle recenti dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, sul fatto che "sarebbe miope concentrare tutta la discussione sull'aumento o meno delle risorse, perché bisogna confrontarsi anche su come quelle risorse vengono spese", il vertice Gimbe ammette che "potenzialmente ci sono ampi margini di recupero su vari ambiti: eccesso di prestazioni da medicina difensiva e domanda inappropriata, conseguenze del sotto-utilizzo di prestazioni efficaci, frodi, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative, inadeguato coordinamento dell'assistenza, in particolare tra ospedale e territorio. Ma il recupero di queste risorse – avverte Cartabellotta – richiede una profonda riorganizzazione del Ssn, riforme di rottura, formazione dei professionisti e informazione alla popolazione sull'appropriatezza di esami diagnostici e terapie: non si tratta di risorse monetizzabili a breve termine, analogamente a quelle sottratte all'erario dall'evasione fiscale".

Per il presidente di Gimbe, "il preoccupante stato di salute del Servizio sanitario nazionale impone una profonda riflessione politica". Ammonisce Cartabellotta: "Il tempo della manutenzione ordinaria per il Ssn è ormai scaduto, visto che ne ha sgretolato i principi fondanti e mina il diritto costituzionale alla tutela della salute. E' giunto ora il tempo delle scelte: o si avvia una stagione di coraggiose riforme e investimenti in grado di restituire al Ssn la sua missione originale, oppure si ammetta apertamente che il nostro Paese non può più permettersi quel modello di Ssn. In questo (non auspicabile) caso, la politica non può sottrarsi dal gravoso compito di governare un rigoroso processo di privatizzazione che ormai da anni si sta insinuando in maniera strisciante, approfittando dell'indebolimento della sanità pubblica".

"Se da un lato non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del Ssn", precisa il numero uno della Fondazione, "dall'altro manca un esplicito programma politico per il suo potenziamento". Ecco perché il report Gimbe mette nero su bianco un Piano di rilancio del Servizio sanitario nazionale "finalizzato all'attuazione di riforme e innovazioni di rottura per il rilancio definitivo di un pilastro fondante della nostra democrazia". L'obiettivo è "orientare le decisioni politiche" tenendo fermo l'ago della bussola. Perché "la bussola – puntualizza Cartabellotta – deve rimanere sempre e comunque l'articolo 32 della Costituzione: se la Costituzione tutela il diritto alla salute di tutti, la sanità deve essere per tutti".

Così per Fondazione Gimbe, in 14 mosse, sarà possibile salvare la sanità pubblica e il diritto costituzionale alla salute. Punto 1, "la salute in tutte le politiche". Va messa "al centro di tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche ambientali, industriali, sociali, economiche e fiscali (health in all)". Punto 2, "approccio 'one health'". Significa "attuare un approccio integrato alla gestione della salute, perché la salute dell'uomo, degli animali, delle piante e dell'ambiente, ecosistemi inclusi, sono strettamente interdipendenti". Punto 3, "governance Stato-Regioni. Rafforzare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni, nel rispetto delle loro autonomie, per ridurre diseguaglianze, iniquità e sprechi". Punto 4, "finanziamento pubblico. Rilanciare il finanziamento pubblico per la sanità in maniera consistente e stabile, al fine di allinearlo alla media dei Paesi europei".

Punto 5, "Livelli essenziali di assistenza. Garantire l'uniforme esigibilità dei Lea in tutto il territorio nazionale, il loro aggiornamento continuo e un rigoroso monitoraggio, al fine di ridurre le diseguaglianze e rendere rapidamente accessibili le innovazioni". Punto 6, "programmazione, organizzazione e integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari. Programmare l'offerta di servizi sanitari in relazione ai bisogni di salute della popolazione e renderla disponibile tramite reti integrate che condividono percorsi assistenziali, tecnologie e risorse umane, al fine di superare la dicotomia ospedale-territorio e quella tra assistenza sanitaria e sociale". Punto 7, "personale sanitario. Rilanciare le politiche sul capitale umano in sanità: investire sul personale sanitario, programmare adeguatamente il fabbisogno di medici, specialisti e altri professionisti sanitari, riformare i processi di formazione e valutazione delle competenze, al fine di valorizzare e motivare la colonna portante del Ssn".

Il punto 8 del Piano di rilancio del Ssn 'targato' Gimbe riguarda la voce "sprechi e inefficienze. Ridurre gli sprechi e le inefficienze che si annidano a livello politico, organizzativo e professionale, al fine di reinvestire le risorse recuperate in servizi essenziali e vere innovazioni, aumentando il value della spesa sanitaria". Punto 9, "rapporto pubblico-privato. Disciplinare l'integrazione pubblico-privato secondo i reali bisogni di salute della popolazione e regolamentare la libera professione per evitare diseguaglianze e iniquità di accesso". Punto 10, "sanità integrativa". Su questo fronte bisogna "avviare un riordino legislativo al fine di arginare fenomeni di privatizzazione, aumento delle diseguaglianze, derive consumistiche ed erosione di risorse pubbliche". Punto 11, "rimodulare ticket e detrazioni fiscali per le spese sanitarie, secondo principi di equità sociale e prove di efficacia di farmaci e prestazioni, al fine di evitare sprechi di denaro pubblico e ridurre il consumismo sanitario".

Punto 12, "transizione digitale. Diffondere la cultura digitale e promuovere le competenze tecniche tra professionisti sanitari e cittadini, al fine di massimizzare le potenzialità delle tecnologie digitali e di migliorare accessibilità ed efficienza in sanità e minimizzare le diseguaglianze". Punto 13, "potenziare l'informazione istituzionale ai cittadini, basata sulle migliori evidenze scientifiche, al fine di promuovere sani stili di vita, ridurre il consumismo sanitario, aumentare l'alfabetizzazione sanitaria della popolazione, contrastare le fake news e favorire decisioni informate sulla salute". Punto 14, "ricerca sanitaria. Destinare alla ricerca clinica indipendente e alla ricerca sui servizi sanitari un importo pari ad almeno il 2% del fabbisogno sanitario nazionale standard, al fine di produrre evidenze scientifiche per informare scelte e investimenti del Ssn".