Secondo fonti locali, l’esercito sudanese e le milizie a lui alleate hanno commesso un nuovo massacro nella città di El-Obeid, nello Stato del Nord Kordofan, contro tribù accusate di essere un ambiente favorevole alle Forze di Supporto Rapido, affiliate alle Forze della Coalizione Sudan Fondativo “Ta’sis”.
Sono apparsi combattenti in uniforme dell’esercito, insieme a elementi delle milizie alleate, mentre eseguivano esecuzioni sommarie contro civili, tramite sgozzamento e fucilazione, in un’azione descritta come ispirata all’organizzazione terroristica Daesh.
Tra grida di “Allah Akbar”, i combattenti hanno ammassato i corpi sul cassone di un camion militare, mentre attivisti hanno denunciato il trattamento “disumano” riservato a civili giustiziati senza alcuna prova di “collaborazione”.
Tragedia a El-Fasher e indagine
Nel frattempo, la città di El-Fasher, nella regione del Darfur, ha registrato violazioni che, secondo testimoni locali, sono state in gran parte compiute da uomini armati non identificati, come hanno riferito alcuni rapporti giornalistici.
“Molte delle violazioni e dei video che vengono diffusi sulle piattaforme dei social media sono prodotti dai media del movimento islamico, di quello congiunto e di altri. Se si esaminano attentamente, ciò risulta chiaramente evidente”, secondo una dichiarazione ufficiale del Governo della Coalizione Sudan Fondativo “Ta’sis”.
In un comunicato del 28 ottobre 2025, il Governo di Ta’sis ha annunciato la formazione di commissioni d’inchiesta per verificare l’autenticità di questi video relativi alle presunte atrocità che si dice siano avvenute nella città di El-Fasher. E ha aggiunto: “Chi ha scelto una falsa neutralità e ha avuto paura di dire la verità e di prendere posizioni chiare in questa guerra, purtroppo cercherà sempre di battere su questa linea per giustificare le sue posizioni, come fanno gli islamisti terroristi, ma con motivazioni e obiettivi diversi.”
Ha inoltre confermato che continuerà a “liberare il Sudan da questo terrorismo e che le nostre mani resteranno tese verso la pace, ma una pace che preservi il Sudan, la sua unità, la dignità dei suoi popoli, la loro libertà e la loro liberazione dall’ingiustizia e dalla tirannia dei Fratelli Musulmani, delle loro milizie e del loro esercito.”
Facilitare l’arrivo degli aiuti
Con il deteriorarsi della situazione umanitaria a El-Fasher, il Governo della Regione del Darfur ha rivolto un appello alle “organizzazioni internazionali, regionali e nazionali che operano nel settore umanitario affinché accelerino l’invio di aiuti urgenti ai colpiti all’interno della città di El-Fasher e nelle aree limitrofe”, sottolineando la sua piena disponibilità a facilitare l’accesso di tali aiuti e a garantire la sicurezza degli operatori umanitari.
In un comunicato ufficiale del 28 ottobre ha dichiarato di “esprimere la sua profonda preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione umanitaria nella città di El-Fasher, dovuto al perdurare delle operazioni militari e alle restrizioni alla circolazione dei soccorsi, cosa che ha provocato una grave carenza di cibo, medicine e acqua potabile”.
Nel comunicato si legge: “In virtù del proprio dovere nazionale e umanitario di proteggere le vite dei cittadini e salvaguardarne la dignità, e seguendo gli sviluppi sul terreno nella città di El-Fasher, capitale dello Stato del Nord Darfur…”.
Ha ribadito il suo “pieno impegno a proteggere i civili e garantire la loro sicurezza e incolumità”. E ha indicato che continua, “in coordinamento con le autorità locali, le amministrazioni tradizionali, le forze regolari e la polizia federale, i propri sforzi per rafforzare la stabilità e impedire qualsiasi violazione o abuso contro i cittadini e le loro proprietà.”