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Truffa all'Unimi, La Statale denuncia Galazzo

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L'Università denuncia anche la madre della ragazza che ha pagato 35mila euro al professor Galazzo credendo di poter accedere a Odontoiatria

Dopo il servizio andato in onda nel programma Le Iene sulle sospette tangenti indirizzate a Roberto Galazzo (Odontoiatra e sedicente professore della Statale di Milano), il quale prometteva un posto nella Facoltà di Odontoiatria dell’Università degli Studi di Milano al costo di 35mila euro, giunge la dura smentita del rettorato attraverso questa nota che ripubblichiamo.

Nota dell’Università degli Studi di Milano

L’Università Statale di Milano, con riguardo al servizio andato in onda nella trasmissione Le Iene in data 18 marzo, e basandosi al momento esclusivamente sui contenuti veicolati dal servizio stesso, desidera richiamare l’attenzione sui punti che seguono.

Dalle informazioni emerse nel servizio risulta evidente la fattispecie della truffa: in nessun caso infatti l’ateneo o il suo legale rappresentante può intervenire direttamente sull’ammissione alla facoltà di Odontoiatria di persone che non abbiano passato il test, che come è noto è nazionale. Il servizio sembra dimostrare che invece proprio su questa possibilità – falsa – sia stato costruito un disegno fraudolento.

Nella vicenda, gravissima – così come viene ricostruita nel servizio – la Statale di Milano si considera parte lesa e ha quindi già dato mandato ai suoi legali per procedere ad una denuncia che beninteso riguarderà la persona che ha messo in opera la truffa così come la persona che ha consapevolmente messo in atto il tentativo illecito, compiendo essa stessa un reato. Lo stesso vale per ogni persona dipendente dell’ateneo che dovesse risultare coinvolta in comportamenti illeciti.

Stante la gravità delle situazioni emerse dal servizio, il Rettore ha immediatamente avviato un’approfondita indagine interna atta a ricostruire nel dettaglio le relazioni eventualmente in essere tra il dottor Roberto Galazzo e il personale dell’Ateneo, non escludendo, se del caso, l’assunzione di provvedimenti disciplinari – fermo restando ogni altro provvedimento che si renderà necessario al termine delle attività dell’autorità giudiziaria.

Infine si precisa che il dottor Roberto Galazzo non è un docente di questo Ateneo, né ha alcun tipo di contratto di collaborazione attualmente in corso. Ha avuto rapporti di collaborazione professionale con l’ateneo tra 2002 e 2004, per importi molto esigui. Lo stesso Galazzo peraltro è già stato oggetto di segnalazione alla Procura da parte dell’Università Statale di Milano, segnalazione sulla quale, stante l’esistenza di un procedimento in corso, l’Ateneo è tenuto al massimo riserbo.

L’analisi dell’avvocato Leone

Francesco Leone è un avvocato specializzato in Class Action e Ricorsi Collettivi in materia di Accesso ai Corsi Universitari, Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Scuola. Abbiamo sottoposto il caso Galazzo-Università di Milano, portato alla luce dalle Iene, per commentare sotto il profilo legale tutte le sfumature annesse alla notizia. Per quanto riguarda la tematica test quella del’avvocato Leone è un’esperienza che gli permette di affrontare il caso a tutto tondo “Molto spesso noi legali, per quanto riguarda la tematica dei test di Medicina, oltre a essere avvocati diventiamo investigatori”.

I quiz universitari

Alla domanda sulla possibilità dell’esistenza di molte famiglie dedite alla corruzione con il fine di far ammettere i propri figli nei corsi di laurea universitari ci perviene questa risposta “Mi è capitato più volte di aver avuto a che fare con persona cui era stata proposta la compravendita di ammissione. Mi dicevano che in molti gli riferivano che all’occorrenza è possibile essere ammessi in alcune facoltà dietro compenso e di conseguenza ovviare il test di ammissione. Non conosco però nessuno che ha pagato per entrare in Università..d’altronde non verrebbero a dirlo a un avvocato. Vi assicuro però che la percentuale delle persone a cui è stato proposto questo sistema illegale è veramente irrisoria”. Nel 2018 l’avvocato ha guidato e si adopera tutt’ora per i ricorsi ai test di ammissione di Medicina e Odontoiatria: nello specifico le class action vertono sui vizi procedurali dei tanto temuti test d’ingresso, un sistema rivedibile “La cosa interessante è che tutto ciò sta alla base della necessità della madre di pagare 35mila euro per assicurare il posto in ateneo alla figlia”. Molte sono le problematiche legate ai test d’ammissione, dalle disparità della scuola di provenienza alla natura troppo logica dei test fino a i metodi di preparazione legati ai testi sui quiz “Tutti quanti possono anche adoperare con facilità il proprio smartphone per copiare, è difficile controllare con certezza e il Tar dopo i nostri ricorsi non prende una posizione”. Per quanto riguarda le irregolarità l’avvocato ci conferma che c’è anche la possibilità che il singolo test possa essere riconosciuto: ad avvalorare questa tesi l’esistenza di inchieste su presunti ganci all’interno del sistema universitario.

Il caso Galazzo

I profili penalistici esistenti non attengono ad altri: “C’è qualcuno che sta frodando l’università ma l’operato di Galazzo non include la possibilità di denuncia da parte di altri studenti rimasti fuori dopo il test: anche se il professore avesse davvero fatto entrare qualcuno in facoltà si parla di situazioni personali che non possono trovare un riverbero in altri soggetti”. Il Dipartimento in questo caso è parte lesa. E’ corretta la scelta da parte dell’Università di Milano di denunciare la madre coinvolta nel caso, poichè “Per ambo le parti era molto chiaro si trattasse di una truffa ai danni della Statale. La figlia è compresa in questo gioco delle parti in quanto soggetto cosciente dell’operato truffaldino: le due potrebbero essere più colpevoli di Galazzo stesso, dire di si a 19 anni fa di te un corrotto per sempre, diffiderei di un medico così”.