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Tra TSO, spaccio e tentato suicidio: Achille Costacurta e la sua rinascita dopo l’inferno

achille costacurta

Achille Costacurta racconta il viaggio dal buio delle dipendenze alla luce della rinascita. La sua voce nel podcast One More Time.

Achille Costacurta, 21 anni, figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari, racconta nel podcast One More Time un’adolescenza segnata da droghe, TSO, rabbia e un tentativo di suicidio. Tra errori, ricoveri e la diagnosi tardiva di ADHD, Achille mostra come sia possibile trasformare traumi e sofferenza in consapevolezza, resilienza e progetti di vita rivolti agli altri.

La sua storia è un viaggio dal caos alla speranza, un esempio di rinascita autentica.

Dal buio alla rinascita: la storia di Achille Costacurta

Dietro il cognome noto e un’infanzia vissuta sotto i riflettori, si nasconde una battaglia profonda contro se stesso. Achille Costacurta, figlio dell’ex calciatore Billy e dell’attrice Martina Colombari, nel podcast One More Time di Luca Casadei racconta la sua discesa nell’abisso e la difficile risalita. Un viaggio tra dipendenze, TSO, violenza e solitudine che lo ha portato, giovanissimo, a sfiorare la morte. La sua è una testimonianza di dolore ma anche di rinascita, di come la consapevolezza e l’amore possano ricucire le ferite di un passato devastante.

Il TSO, lo spaccio, il carcere e il tentato suicidio: la drammatica confessione di Achille Costacurta

Achille non nasconde nulla. “Ho iniziato a fumare a tredici anni, e al mio diciottesimo compleanno ho provato la mescalina“, racconta. Da quel momento, la spirale è stata rapida e incontrollabile. Gli episodi di violenza e le prime risse con la polizia lo hanno condotto ai TSO — sette in totale — alcuni dei quali vissuti come veri traumi.

A Milano mi hanno legato al letto per tre giorni perché avevo reagito a un agente. Ero immobilizzato, urlavo che mi serviva il pappagallo ma dovevo farmela addosso“.

Durante la pandemia, la situazione precipita. Senza più scuola né punti di riferimento, Achille entra nel mondo dello spaccio.

“Avevo creato una rete per distribuire fumo. Mi hanno arrestato a quindici anni e mezzo e ho passato il mio sedicesimo compleanno in un centro penale minorile”.

È lì che tocca il fondo:

“Una notte ho preso le chiavi dell’infermeria, ho bevuto sette boccettine di metadone. Volevo suicidarmi. Nessun medico sa spiegare come io sia ancora vivo: l’equivalente era di oltre 35 grammi di eroina, la gente muore con uno”.

Dal buio alla consapevolezza: la rinascita di Achille Costacurta

Dopo anni di ricoveri e tentativi falliti di disintossicazione, la svolta arriva in una clinica svizzera.

Mi hanno detto: ‘Se fossi stato fuori altri dieci giorni saresti morto‘. Ma lì mi hanno fatto scegliere: o continuare a distruggermi o accettare aiuto. Mi hanno cambiato la vita“.

È in quel contesto che scopre di soffrire di ADHD, una diagnosi che finalmente dà un nome al caos interiore che lo accompagnava da sempre.

“Mi hanno spiegato che cercavo di curarmi da solo con la droga. Ora prendo il Ritalin e riesco a concentrarmi, leggere, scrivere. Anche i miei genitori hanno fatto un corso sull’ADHD e il nostro rapporto è completamente cambiato”.

Dopo tanta sofferenza, il momento della rinascita arriva in modo simbolico:

“Il giorno che sono uscito dalla clinica mi è venuto a prendere mio padre. C’era un doppio arcobaleno. L’ho abbracciato e gli ho detto: ‘Hai visto che ce l’abbiamo fatta? Ce lo dice pure il cielo‘”.

Oggi Achille vive lontano dalle dipendenze e con un sogno concreto: creare centri di ippoterapia e strutture per ragazzi con disabilità.

“L’unica cosa che mi fa provare davvero felicità sono i ragazzi con la sindrome di Down. Loro non hanno scelto la loro condizione. Io sì, e voglio aiutarli. È la mia nuova ragione di vita”.

La storia di Achille Costacurta non è solo quella di un ragazzo che ha conosciuto il buio, ma di qualcuno che ha scelto di affrontarlo e trasformarlo in luce. Dopo anni di rabbia, dipendenze e dolore, oggi vive con una nuova consapevolezza: quella che la vita, anche quando sembra perduta, può sempre ricominciare.