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È ufficiale: niente stop totale ai motori termici dal 2035, l’Ue aggiorna le regole

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L’Ue ricalibra il divieto dei motori termici dal 2035: le regole mirano a ridurre le emissioni preservando le opportunità per il settore automobilistico.

L’Unione europea ricalibra la propria strategia sulla mobilità, riaprendo il dibattito sul ruolo dei motori termici nell’UE. In vista del 2035, viene superata l’ipotesi di uno stop totale, a favore di un modello più equilibrato che combina obiettivi ambientali, neutralità tecnologica e sostegno alla competitività dell’industria automobilistica europea.

Addio al divieto totale dal 2035: industria, mercato e neutralità tecnologica nella transizione

Il nuovo pacchetto europeo mira a bilanciare sostenibilità ambientale e tutela dell’industria automobilistica, introducendo maggiore flessibilità e rafforzando il principio di neutralità tecnologica. Come ha spiegato, e riportato dall’AGI, il vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné:

Affermiamo il principio di neutralità tecnologica. Confidiamo che l’industria trovi le soluzioni più appropriate per decarbonizzare”.

Oltre agli standard sulle auto e sui furgoni, sono previsti interventi sulle flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% delle immatricolazioni, e incentivi per le “small affordable cars”, piccole elettriche prodotte nell’Ue.

Restano però forti squilibri nel mercato: mentre nel Nord Europa la diffusione dell’elettrico corre veloce, nel Sud e nell’Est procede a rilento, con percentuali ancora molto basse. Alcuni operatori temono che l’allentamento degli obiettivi possa rallentare gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, cruciali per l’adozione di massa dei veicoli elettrici.

Al contrario, il presidente di Unrae Roberto Pietrantonio difende la scelta europea sottolineando: L’Europa ha fissato obiettivi senza investire su fattori abilitanti. In questo contesto, Bruxelles affianca alle nuove regole anche un forte sostegno industriale, come il Battery Booster da 1,8 miliardi di euro, per rafforzare la filiera delle batterie e ridurre la dipendenza dai grandi attori globali.

È ufficiale, retromarcia dell’UE: niente stop ai motori termici dal 2035, le nuove regole

L’Unione Europea cambia rotta sulla messa al bando dei motori a combustione interna. Con la revisione degli standard sulle emissioni di CO₂, la Commissione Ue abbandona l’obiettivo delle emissioni zero al 2035 e lo sostituisce con un traguardo meno rigido ma comunque ambizioso: una riduzione del 90% rispetto ai livelli del 2021.

Questo significa che, accanto alle auto completamente elettriche e a idrogeno, potranno restare sul mercato anche altre soluzioni tecnologiche come ibridi plug-in, veicoli con range extender e, in parte, modelli tradizionali. Il restante 10% delle emissioni dovrà essere compensato attraverso meccanismi indiretti, tra cui l’uso di acciaio a basse emissioni prodotto nell’Unione o l’impiego di carburanti alternativi come e-fuel e biocarburanti avanzati.

La svolta arriva dopo forti pressioni politiche e industriali, soprattutto da Germania e Italia, e rappresenta una “significativa deviazione rispetto alle politiche ambientaliste degli ultimi sei anni”. Non tutti, però, condividono questa impostazione: secondo l’amministratore delegato di Polestar, Michael Lohscheller, “Passare da un obiettivo chiaro del 100% di emissioni zero al 90% può sembrare poco, ma se facciamo marcia indietro ora, non danneggeremo solo il clima. Danneggeremo la capacità competitiva dell’Europa.