I Caraibi si trovano ancora una volta al centro dell’attenzione mondiale per l’arrivo di un uragano di intensità storica. L’uragano Melissa, classificato come categoria 5, minaccia di provocare devastazioni senza precedenti in Giamaica e nei paesi vicini, tra cui Haiti, Cuba e la Repubblica Dominicana. Con venti che superano i 280 km/h, piogge torrenziali e onde alte fino a quattro metri, rappresenta una minaccia straordinaria per la popolazione, le infrastrutture e i servizi essenziali della regione.
Gli ultimi aggiornamenti su danni e vittime.
Uragano Melissa tocca terra in Giamaica: venti a 300 km e popolazione nei rifugi
Classificato come tempesta di categoria 5 dal National Hurricane Center, l’uragano ha registrato venti fino a 280 km/h, diventando il più potente mai osservato nella regione. La tempesta, che si muove lentamente verso est, porta con sé piogge torrenziali e onde fino a quattro metri, e ha già provocato frane e alluvioni in diverse località.
Le autorità giamaicane hanno dichiarato lo stato d’emergenza, attivando oltre 130 rifugi, chiudendo porti e aeroporti e ordinando evacuazioni di massa, mentre i primi danni significativi sono stati registrati a Saint Elizabeth e New Hope. Il primo ministro Andrew Holness ha sottolineato che la regione occidentale dell’isola è particolarmente vulnerabile e che nessuna infrastruttura locale è in grado di resistere a una tempesta di questa intensità.
Si prevede che l’intera Giamaica subirà interruzioni di servizi essenziali, danni alle infrastrutture e gravi disagi per le comunità costiere. Le autorità e le organizzazioni umanitarie hanno insistito sull’importanza di seguire le procedure di evacuazione per limitare le perdite umane e garantire la sicurezza della popolazione.
Uragano Melissa tocca terra in Giamaica: danni e prime vittime confermate
L’uragano Melissa ha già causato vittime: tre persone in Giamaica, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana, con una persona ancora dispersa. Secondo stime dell’Unicef, oltre 1,6 milioni di bambini nei Caraibi sono esposti a gravi rischi legati a venti, piogge e inondazioni improvvise.
Gli ospedali hanno attivato modalità di emergenza e sono stati trasferiti i pazienti ai piani superiori a St. Elizabeth, dove strutture come il Black River Hospital hanno perso i tetti.
Le osservazioni dall’orbita terrestre, tra cui le immagini della missione Sentinel-3 di Copernicus, hanno fornito dati cruciali sulla potenza dell’uragano. La “brightness temperature” rilevata indica temperature estremamente basse vicino all’occhio, fino a -75 gradi, confermando l’intensità senza precedenti della tempesta. L’oceano circostante, con temperature di circa 25 gradi, contribuisce ulteriormente alla sua energia.