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Carabiniere ucciso, parla Brugiatelli. Sopralluogo al Meridien

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Roma, 31 lug. (askanews) - Continuano a esserci punti oscuri sull'uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma. Ora a parlare, attraverso il suo legale è Sergio Brugiatelli, l'uomo che ha denunciato il furto del borsello al 112 e ha avviato l'oper...

Roma, 31 lug. (askanews) – Continuano a esserci punti oscuri sull’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma. Ora a parlare, attraverso il suo legale è Sergio Brugiatelli, l’uomo che ha denunciato il furto del borsello al 112 e ha avviato l’operazione dei carabinieri.

“Se dopo il furto subìto ho chiamato il 112, senza aspettare l’indomani per sporgere denuncia, come mi era stato in un primo momento consigliato dai carabinieri, è stato perché ho avuto paura” ha spiegato. “Quando ho chiamato il mio numero di cellulare, chi ha risposto non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose, mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e sarebbero venuti a cercarmi. Nel borsello rubato, oltre al documento d’identità, c’erano anche le chiavi della casa dove vivo con mio padre, che è molto malato, mia sorella e mio nipote”.

Brugiatelli sostiene di aver “avuto paura che potessero far del male” a lui e a loro, per questo ha chiesto aiuto. E di essere stato minacciato anche quando con il telefono in viva voce ha richiamato di fronte ai carabinieri il suo numero di cellulare. Poi ha chiarito di non essere “un intermediario di pusher né un informatore delle forze dell’ordine”. “Il resto è storia nota – ha detto – alla quale non voglio aggiungere altro, a parte tutto il mio dolore e rispetto, per la vita di un giovane eroe finita troppo presto”.

Intanto gli investigatori hanno effettuato un sopralluogo nella stanza d’albergo dell’Hotel Meridien occupata da Elder Finnegan Lee e Natale Christian Hjorth, insieme ai loro difensori, per effettuare una serie di rilievi e avrebbero isolato tracce biologiche a partire da quelle papillari per ricostruire i movimenti dei due ragazzi all’interno dell’albergo. In merito, invece, alla foto di uno dei due americani accusati dell’omicidio, ammanettato e bendato, le ipotesi di reato che allo stato hanno fatto gli inquirenti della Procura di Roma sono abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio.