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Coronavirus, "Il Lazio è impreparato, è urgente attrezzarci"

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Roma, 11 mar. (askanews) - Il coronavirus continua a diffondersi anche nel Lazio e se i numeri dovessero continuare ad aumentare soprattutto nella Capitale, il sistema sanitario rischia il collasso. Giuseppe Lavra, segretario regionale del sindacato dei medici Cimo Lazio, ex presidente dell'Ordine...

Roma, 11 mar. (askanews) – Il coronavirus continua a diffondersi anche nel Lazio e se i numeri dovessero continuare ad aumentare soprattutto nella Capitale, il sistema sanitario rischia il collasso. Giuseppe Lavra, segretario regionale del sindacato dei medici Cimo Lazio, ex presidente dell’Ordine dei medici di Roma (OMCEO), ha scritto una lettera aperta all’assessore alla Sanità regionale, Alessio D’Amato con delle proposte per essere pronti ad affrontare l’emergenza.

Giuseppe Lavra: “Per affrontare questa situazione nel Lazio in ordine all’assistenza per combattere il Covid-19 di cui purtroppo avremo una piena anche nel Lazio nei prossimi giorni io credo ci sia solo una misura: attrezzarci per affrontarlo e in questo momento non siamo affatto preparati. Noi dobbiamo mettere in piedi una struttura che possa assistere i pazienti che hanno bisogno di essere assistiti da un punto di vista respiratorio.

Lo possiamo fare attrezzando e potenziando tutte le strutture di rianimazione, integrarle attraverso le cure con la NIV (ventilazione non invasiva), i pazienti che avranno bisogno di essere trattati non necessariamente in rianimazione, attraverso l aiuto che possono dare i reparti di area internistica di cui si possono attrezzare circa il 15% dei posti letto per aiutare tutte le rianimazioni in quella direzione”.

La Cina, sostiene Lavra, ha dimostrato che è possibile costruire anche ospedali nuovi in pochissimi giorni per combattere questa epidemia. Noi, dice, abbiamo ben altri mezzi.

“Abbiamo strutture d’eccellenza come il Forlanini, addirittura abbiamo ancora il San Giacomo in cui hanno speso oltre 20 milioni di euro prima di chiuderlo e ora abbiamo macchinari comprati che possono essere usati subito, ci vuole la volontà”.

Il problema, però, è anche la mancanza di medici: “Certo che ci vogliono più medici, dal 2008 a oggi abbiamo applicato il turnover in modo selvaggio e ridotto le dotazioni organiche dei medici di oltre un terzo, ormai siamo disperati, non facciamo in tempo a seguire i problemi quotidiani e siamo disperati nell’assistenza”.