> > Polemiche dopo lo stop alla riapertuta degli impianti di sci

Polemiche dopo lo stop alla riapertuta degli impianti di sci

featured 1231923

Roma, 15 feb. (askanews) - Mancavano poche ore alla riapertura degli impianti sciistici e in tanti avevano già acquistato lo skipass online. Le strutture erano pronte, poi la doccia fredda: non si parte, è troppo rischioso con l'avanzare delle varianti di Covid-19, ha segnalato il Comitato tecni...

Roma, 15 feb. (askanews) – Mancavano poche ore alla riapertura degli impianti sciistici e in tanti avevano già acquistato lo skipass online. Le strutture erano pronte, poi la doccia fredda: non si parte, è troppo rischioso con l’avanzare delle varianti di Covid-19, ha segnalato il Comitato tecnico scientifico. E il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che sposta tutto al 5 marzo.

Tanta amarezza tra i gestori degli impianti e polemica da parte delle Regioni che si erano preparate al meglio. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha parlato di “danno enorme” per un “settore già massacrato” e ha chiesto ristori subito. Si è detto “allibito” dalla decisione il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, così come Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha sottolineato che ancora una volta “il sistema delle decisioni di

‘settimana in settimana’ è devastante sia per gli operatori, sia

per i cittadini”.

Sul piede di guerra il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto di rivedere la composizone del Cts. In molti, comunque, hanno chiesto immediato sostegno al settore: Italia Viva, Fratelli d’Italia, Forza Italia e il Pd che ha parlato di “tempistica discutibile” per la decisione.

Anche L’Associazione Maestri di Sci Italiani ha espresso grande amarezza: un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento – hanno detto – ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali.