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Il vulcano Hayli Gubbi erutta dopo 12.000 anni: il momento catturato in un video

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Erutta il vulcano Hayli Gubbi: prime immagini satellitari mostrano cenere e colonna di fumo trasportate verso India e Pakistan.

Un vulcano inattivo da millenni torna improvvisamente a eruttare, catturando l’attenzione di scienziati e media di tutto il mondo. L’eruzione del Hayli Gubbi, nella remota regione etiopica dell’Afar, ha proiettato in cielo una colonna di cenere altissima, ricordando quanto la terra possa improvvisamente risvegliarsi, anche dopo migliaia di anni di silenzio.

Vulcano Hayli Gubbi erutta dopo 12mila anni: caratteristiche geologiche e dinamiche dell’eruzione

Hayli Gubbi è un vulcano a “scudo”, alto circa 500 metri, con un cratere singolo di circa 200 metri di diametro, situato lungo la Rift Valley africana, una zona di intensa attività geologica dove le placche tettoniche africana e araba si separano. Sebbene i vulcani a scudo siano noti per eruzioni effusive relativamente tranquille, questa eruzione ha avuto un carattere esplosivo, con cenere fine e gas vulcanici sollevati ad alta quota.

Secondo gli esperti, il risveglio è stato favorito dalla risalita di nuovo magma, dal rilascio di gas e da possibili cedimenti della crosta. Le autorità etiopiche continuano a monitorare la situazione, valutando soprattutto la ricaduta di cenere e i potenziali effetti sul traffico aereo, che ha già subito cancellazioni e deviazioni nei paesi colpiti dalla nube vulcanica.

Vulcano Hayli Gubbi erutta dopo 12mila anni: “Era inattivo dall’inizio dell’Olocene”

Dopo quasi 12.000 anni di inattività, il vulcano Hayli Gubbi, situato nella regione di Afar, in Etiopia, è tornato a dare segni di vita. L’eruzione, iniziata domenica 23 novembre, ha generato una colonna di cenere che ha raggiunto i 14-15 km di altezza, visibile a centinaia di chilometri di distanza.

Le immagini satellitari hanno mostrato la nube attraversare il Mar Rosso, estendendosi fino allo Yemen e all’Oman, e spinta dai venti in quota ha raggiunto anche l’India e il Pakistan settentrionale. Nonostante l’intensità dello spettacolo naturale, al momento non sarebbero stati registrati feriti o vittime, anche se le comunità locali, in particolare gli allevatori, potrebbero subire danni economici a causa della ricaduta della cenere.