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Colpi di cortisone per mal di schiena

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Il mal di schiena infiammatorio può essere un fastidioso e doloroso fardello del quale è difficile liberarsi. Scopriamo quali sono le principali patologie da cui deriva, i suoi sintomi e come debellarlo. Eventualmente anche grazie ai colpi di cortisone.

Quando si soffre di mal di schiena derivante da patologie quali ernia del disco o stenosi spinale, si vuole soltanto trovare il modo più veloce per sbarazzarsi di tale fastidio. E, nel caso i farmaci contro il dolore assumibili per via orale non sono sufficienti, il nostro medico curante può arrivare a somministrarci iniezioni di cortisone localizzate nelle articolazioni della colonna vertebrale con lo scopo ridurre l’infiammazione.

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Mal di schiena infiammatorio

Il mal di schiena infiammatorio colpisce circa il tre per cento della popolazione. Accade spesso che questo tipo di mal di schiena venga confuso con quello dovuto a movimenti corporei scorretti (principalmente dovuti all’errato sollevamento di pesi, o movenze scoordinate o brusche). Le patologie che possono causare il mal di schiena infiammatorio sono varie e – molto spesso – difficili da diagnosticare. Per nostra fortuna, negli ultimi dieci anni, la ricerca scientifica ha semplificato l’identificazione di tali patologie e il trattamento a loro riservato.
Una diagnosi tempestiva da parte del nostro medico curante è essenziale perché alcune delle cause di questo disturbo potrebbero peggiorare col trascorrere del tempo.

Sintomi e caratteristiche

Il mal di schiena infiammatorio ha alcune caratteristiche che ci aiutano a distinguerlo da altri tipi di mal di schiena come, ad esempio, quello meccanico. Prima di tutto, è facile che il mal di schiena dovuto ad infiammazioni si manifesti per la prima volta in età giovanili, spesso ben al di sotto dei quarant’anni.
L’infiammazione è spesso graduale, accompagnata da una sensazione di dolore e fastidio che andrà ad acuirsi lentamente col passare del tempo. Il mal di schiena da infiammazione, inoltre, non migliora grazie al riposo, bensì grazie all’attività fisica e allo stretching.
E’ anche piuttosto comune soffrire di dolori notturni (specie nella seconda metà della fase di riposo) e di prolungate rigidità mattutine che superano i trenta minuti.

Patologie autoimmuni

Il mal di schiena infiammatorio può anche essere dovuto a patologie di carattere autoimmune. Per ‘patologia autoimmune’ si intende quando il nostro organismo attacca i suoi stessi tessuti.
Spondiloartrite assiale è un particolare nomenclatura che include due diverse patologie che sono la causa di mal di schiena infiammatorio: la spondilite anchilosante e la spondiloartrite assiale non radiografica.
Spondilite anchilosante è una forma di artrite infiammatoria per la quale le articolazioni della colonna vertebrale si infiammano provocando frequentemente rigidità e forte dolore alla schiena. I danni alla colonna vertebrale questa patologia sono facilmente visibili attraverso i raggi X.
A volte può capitare che i pazienti lamentino dolore e una riduzione della flessibilità della schiena, anche quando i medici non riescono a rilevare uno stato infiammatorio attraverso gli esami strumentali.
Questa particolare condizione è nota come spondiloartrite assiale non radiografica. In questi particolari (e rari) casi è bene effettuare analisi mediche più approfondite riguardo lo stato delle nostre articolazioni, magari attraverso una risonanza magnetica. La spondiloartrite assiale non radiografica e la spondilite anchilosante hanno molti sintomi in comune anche se gli esami diagnostici possono evidenziarne le differenze.
Alcune patologie reumatiche che provocano mal di schiena infiammatorio possono avere inizio in zone del corpo diverse dalla nostra colonna vertebrale. Queste particolari condizioni artritiche possono colpire la cute (artrite psoriasica), il tratto urinario o i bulbi oculari (artrite reattiva), le articolazioni (artrite reumatoide) e persino l’intestino (artrite enteropatica).

Il cortisone

Il cortisone viene generalmente utilizzato per curare malattie, dolori e fastidi di varia origine. Si tratta infatti di un farmaco che ha anche un discreto numero di effetti collaterali che non vanno presi sottogamba, specie per quanto riguarda i bambini. Gli utilizzi del cortisone sono svariati: vediamo quale sia la corretta procedura per l’assunzione di questo ormone antinfiammatorio.

Colpi di cortisone: la procedura

Il medico utilizza spray anestetico per rendere insensibile la zona interessata nella quale il colpo di cortisone verrà iniettato. Successivamente, l’ago della siringa viene inserito nel giunto spinale, dove il cortisone verrà rilasciato direttamente nel sito dove è localizzata la nostra fonte di dolore.

Benefici

Il cortisone non è un antidolorifico, ma semplicemente un ormone in grado di ridurre l’infiammazione. Una volta che la flogosi (la dicitura medica per ‘infiammazione’) si riduce, la pressione sui nervi si allevia, e aiuta a diminuire il dolore.

Effetti collaterali

Anche se è decisamente raro, quando i colpi di cortisone sono usati per il mal di schiena, può esserci il rischio di lesioni del midollo spinale, perdita di liquido spinale, radice di lesioni nervose, o ascesso epidurale. Fra gli effetti collaterali di minor conto, si annovera lo sbiancamento della pelle (particolarmente evidente su carnagioni più scure). Troppi colpi di cortisone possono causare il deterioramento della cartilagine articolare, per cui i medici devono limitare il numero di iniezioni di cortisone in base alle condizioni cliniche del paziente coinvolto.
E’ possibile che i colpi di cortisone possano causare una lieve sensazione di dolore e disagio, essendo che vengono iniettati direttamente nelle articolazioni della colonna vertebrale (zone decisamente sensibili agli stimoli esterni).

Tempo

Gli effetti di riduzione dell’infiammazione ottenuti grazie a colpi di cortisone – purtroppo – sono solo temporanei. Tali iniezioni, di solito, vengono tenute come ultima risorsa per rendere la terapia fisica e altri trattamenti più sopportabili.

Altri rimedi

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