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Accordo tra Amazon e fisco italiano: 723 milioni di euro per la compliance fiscale

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Un accordo significativo tra Amazon e l'Agenzia delle Entrate italiana culmina in un pagamento totale di 723 milioni di euro.

Recentemente, Amazon ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il fisco italiano, impegnandosi a versare un totale di 723 milioni di euro. Questo accordo è frutto di un’analisi approfondita condotta dalle autorità fiscali italiane e coinvolge anche una parte già versata da Amazon, che ammonta a 511 milioni di euro.

La somma rimanente di 212 milioni di euro è stata recentemente trasferita in relazione alle operazioni logistiche e ai servizi di trasporto forniti dalla multinazionale nel territorio italiano.

L’importo totale dovuto sarà versato all’Agenzia delle Entrate e prevede la possibilità di utilizzare meccanismi di rateizzazione per facilitare il pagamento.

Le indagini fiscali in corso

Le indagini che hanno portato a questo accordo sono state coordinate dalla procura di Milano e hanno visto la partecipazione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. Queste autorità hanno esaminato i flussi finanziari di Amazon in Italia per verificare la conformità fiscale della società. Il risultato di tali indagini ha spinto la multinazionale a intraprendere un percorso di regolarizzazione dei propri obblighi fiscali nel paese.

Contesto delle indagini

Le verifiche fiscali non riguardano solo Amazon, ma si estendono a diverse grandi aziende americane che operano in Italia. In particolare, già altre multinazionali come Apple, Google e Facebook erano state oggetto di controlli simili per accertare il rispetto delle normative fiscali locali. Queste indagini mirano a garantire che queste aziende contribuiscano equamente alla tassazione in Italia, evitando pratiche di evasione fiscale attraverso strutture societarie complesse.

Il caso McDonald’s e altre multinazionali

Recentemente, anche McDonald’s è finita sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. La procura di Milano ha avviato un’indagine per verificare la correttezza dei versamenti fiscali effettuati dalla catena di fast food. Secondo quanto riportato, i flussi di denaro della multinazionale non sarebbero direttamente canalizzati verso la capogruppo, bensì verso una controllata situata nel Delaware, dove le aliquote fiscali sono significativamente inferiori.

Le implicazioni fiscali

Questa strategia ha permesso a McDonald’s di applicare un’aliquota del 8% sulle royalties, rispetto al 24% previsto dalla convenzione tra Italia e Stati Uniti. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria, mirano a garantire che le multinazionali non eludano le loro responsabilità fiscali attraverso pratiche elusive.

Il fenomeno delle fatture false e il riciclaggio

Parallelamente a queste indagini, la Guardia di Finanza ha anche recentemente scoperto un caso di riciclaggio legato all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. In questo caso, sono state denunciate nove persone per reati tributari, con violazioni fiscali che superano i 13 milioni di euro. Il sequestro di beni, tra cui un immobile di valore considerevole e un’auto di lusso, evidenzia la severità delle normative fiscali italiane.

Le fatture in questione riguardavano oltre 60 operazioni non valide e, per il soggetto coinvolto, si prospettano pesanti conseguenze legali. Le verifiche continue delle autorità fiscali sono indicative di un impegno crescente per combattere l’evasione e il riciclaggio nel paese.

L’accordo tra Amazon e il fisco italiano segna un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità fiscale delle multinazionali operanti in Italia. Le indagini in corso su altre aziende come McDonald’s e i casi di fatture false dimostrano come le autorità siano determinate a garantire il rispetto delle leggi fiscali nel paese.