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Astrazeneca agli over 60? Ecco i pareri medici

vaccino coronavirus

Crisanti e Garattini tremano: così si mette a rischio l'intero piano vaccinale. Palù (Aifa) si dice d'accordo con la scelta

”L’Italia si è allineata alla Germania, non ha esercitato nessuna valutazione indipendente, così facendo si mette in pericolo tutto il piano di vaccinazione, visto che la fetta più ampia della popolazione da vaccinare ha meno di 60 anni”. Lo ha affermato Andrea Crisanti sulla decisione di somministrare AstraZeneca in via preferenziale agli over 60. ”Una cosa allucinante, l’Agenzia europea dei medicinali non può lavarsene le mani in questo modo. Lasciare che ogni singolo Paese decida per sé: così si crea disorientamento, oltre a dimostrare la mancanza di indipendenza dell’Ema e la debolezza della politica sanitaria dell’Unione. Quanto alla Germania, quella dei tedeschi è una decisione solo politica, dettata dal fatto che lì c’è una folta presenza di no vax e poi hanno in casa la BionTech: non voglio pensar male, ma forse una predilezione per il vaccino Pfizer c’è. AstraZeneca è un vaccino che ha una reazione avversa grave ogni 2 milioni e mezzo di immunizzati, difficilmente si raggiungono livelli di sicurezza come questo. È ben più pericoloso prendere l’aereo. Una persona che fuma, è in sovrappeso o magari prende estrogeni rischia di andare incontro a complicazioni trombotiche molto di più volando, con una probabilità di 100 su un milione, piuttosto che vaccinandosi con AstraZeneca. E non mi pare che abbiamo messo in discussione l’utilizzo dell’aereo per viaggiare” ha aggiunto Crisanti.

Garattini: Astrazeneca, ogni Stato europeo fa come gli pare, è incredibile

“Suggerendo un uso preferenziale di AstraZeneca sopra i 60 anni, chi ha meno di 60 anni non se lo farà somministrare di certo. Ci sarà anche il problema di chi ha già avuto la prima dose. Si tratta di un’altra mossa poco chiara. Vediamo come agiranno le Regioni, se a loro volta avranno posizioni diverse di fronte alla raccomandazione”. Lo ha affermato Silvio Garattini, decano dei farmacologi italiani e presidente del Mario Negri, in un’intervista a Repubblica. “All’Ema partecipano tutti i Paesi europei però dopo i pareri dell’agenzia ogni Stato fa quello che vuole. Chi ha posto limiti ai 60 anni, chi a 65, chi parla di rischi per le donne, chi no. È incredibile. Avere una sede europea per decidere su farmaci e vaccini era una delle poche cose utili fatte a livello continentale. L’agenzia ha detto che tutto poteva riprendere perché anche se ci fosse un nesso con queste rare trombosi, i benefici sono così elevati che purtroppo bisogna accettare qualche effetto collaterale. Non ci sono farmaci innocui, neanche vaccini. Pure l’aspirina provoca emorragie in un caso su mille. Bisogna valutare se i danni che derivano da un certo trattamento sono così importanti da non essere comparabili con i benefici. Ma qui i benefici sono molto importanti. Nei Paesi dove la vaccinazione è estesa, ad esempio in Inghilterra che ha usato tantissimo AstraZeneca, calano contagi, ricoveri e mortalità” ha aggiunto Garattini.

Palù, Agenzia italiana del farmaco: giusto Astrazeneca solo agli over 60

“Concordo in pieno” con l’indicazione di un uso preferenziale del vaccino anti-Covid di AstraZeneca negli over 60. Lo ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus, spiegando le ragioni della decisione annunciata ieri sera dalle autorità sanitarie nazionali. “Il comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea del farmaco Ema ha segnalato che esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue. Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20milioni di vaccinati. Un evento così raro non poteva essere rilevato nella sperimentazione clinica, ma solo quando è stata avviata la vaccinazione di massa, su grandi numeri. Non c’è stata mancanza di accortezza da parte delle autorità regolatorie, anzi le agenzie americana Fda ed europea Ema hanno rilasciato l’autorizzazione all’impiego su larga scala con la premessa che venisse esercitata una attenta sorveglianza del rapporto tra rischi e benefici” ha aggiunto Palù.