“Marginale e spettatrice”: è la fotografia impietosa che Mario Draghi traccia dell’Ue. Un’Europa che non guida, ma subisce gli eventi, dalla guerra in Ucraina alle esplosioni di violenza a Gaza, sempre più lontana dal ruolo di protagonista sulla scena globale.
Mario Draghi scuote l’Ue: l’intervento al Meeting di Rimini
Al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, Mario Draghi ha dipinto un quadro severo dello stato dell’Unione Europea.
Secondo l’ex premier, il 2025 segnerà la fine dell’illusione che la sola dimensione economica possa garantire potere geopolitico.
“Per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è evaporata”.
Bruxelles, a suo giudizio, si è mostrata incapace di reagire alle grandi sfide: ha subito i dazi statunitensi, accettando decisioni che non sempre coincidono con i propri interessi, e ha mantenuto un ruolo marginale nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina, nonostante i forti investimenti economici. Anche di fronte ai bombardamenti sui siti nucleari iraniani e al conflitto di Gaza, l’Ue sarebbe rimasta spettatrice. Per Draghi, questi episodi hanno spazzato via qualsiasi residua fiducia nella capacità del Vecchio Continente di contare sulla scena internazionale.
“L’Europa è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava. Questi eventi hanno fatto giustizia di qualunque illusione che la dimensione economica da sola assicurasse una qualche forma di potere geopolitico. Non è quindi sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi. Ma è importante chiedersi quale sia veramente l’oggetto di questo scetticismo.”.
Mario Draghi e i consigli all’Ue: la strada da intraprendere per tornare protagonisti
Nonostante la diagnosi severa, Draghi non ha parlato di un’Europa senza futuro, ma della necessità di una trasformazione radicale. A suo avviso, l’Ue deve smettere di essere un comprimario per diventare un attore protagonista. Ciò implica riforme politiche ed economiche, dall’eliminazione delle barriere interne al mercato fino alla capacità di finanziare massicci investimenti strategici, sul modello di Stati Uniti e Cina.
“Per affrontare le sfide di oggi l’Unione Europea deve trasformarsi da spettatore o al più comprimario in attore protagonista. Deve mutare anche la sua organizzazione politica che è inseparabile dalla sua capacità di raggiungere i suoi obiettivi economici e strategici. Prendere atto che la forza economica è condizione necessaria ma non sufficiente per avere forza geopolitica, potrà finalmente avviare una riflessione politica sul futuro dell’Unione”.
L’ex presidente della Bce ha inoltre insistito sul recupero della sovranità tecnologica, ricordando che ogni dipendenza compromette l’autonomia decisionale. Infine, ha richiamato i cittadini, e soprattutto i giovani, a trasformare lo scetticismo diffuso in azione concreta: i valori fondativi dell’Unione – libertà, pace, democrazia, solidarietà – restano validi, ma vanno difesi con rinnovata determinazione, perché il mondo in cui l’Europa era cresciuta non esiste più.