Il confronto tra Usa e Venezuela sta raggiungendo livelli di tensione senza precedenti. Le accuse americane contro il presidente Nicolás Maduro, ritenuto a capo del “cartello dei Soles” e responsabile del traffico di droga verso gli Stati Uniti, hanno riacceso il rischio di un intervento militare diretto. Sullo sfondo, la mobilitazione di forze statunitensi nei Caraibi e l’avvicinamento del Venezuela a Russia, Cina e Iran trasformano una crisi interna in una partita geopolitica dalle potenziali ripercussioni globali.
Ecco quale sarebbe il piano di Trump secondo il The Wall Street Journal e la replica del presidente.
“Possibile attacco imminente Usa in Venezuela”. Maduro chiede aiuto a Putin
Mentre cresce la pressione internazionale, Nicolás Maduro ha intensificato i contatti con i suoi alleati storici. Come riferito dal Washington Post, il leader venezuelano avrebbe inviato una lettera a Vladimir Putin chiedendo supporto contro i raid statunitensi nei Caraibi, sollecitando parallelamente assistenza da Cina e Iran per rafforzare le difese nazionali. Da Teheran sarebbero già arrivati droni e apparecchiature militari avanzate, mentre Mosca ha ratificato un nuovo accordo strategico che include la costruzione di una fabbrica di armi e concessioni per lo sfruttamento energetico.
Intanto, l’isola di Trinidad e Tobago – a pochi chilometri dalla costa venezuelana – ha innalzato il livello di allerta militare per timore di un’escalation nella regione. Le Nazioni Unite, tramite l’Alto Commissario per i diritti umani Volker Türk, hanno condannato le operazioni militari statunitensi nelle acque caraibiche, definendole “inaccettabili” e chiedendo un’indagine indipendente. In questo scenario di crescente polarizzazione, il Venezuela si ritrova al centro di un delicato equilibrio internazionale, con il rischio concreto che una crisi politica interna si trasformi in un conflitto su scala globale.
“Possibile attacco imminente Usa in Venezuela”. Maduro chiede aiuto a Putin: cosa vuole fare Trump
Secondo quanto riportato dal Miami Herald e dal Wall Street Journal, l’amministrazione di Donald Trump avrebbe preso in esame l’ipotesi di lanciare attacchi mirati contro installazioni militari venezuelane utilizzate dal cosiddetto “cartello dei Soles”, organizzazione accusata di esportare centinaia di tonnellate di cocaina ogni anno verso Europa e Nord America.
L’operazione, che secondo le fonti sarebbe stata prossima all’avvio, avrebbe dovuto colpire porti, aeroporti e basi militari controllate dall’esercito di Caracas. Tuttavia, interpellato dai giornalisti sull’Air Force One, il presidente Trump ha smentito categoricamente qualsiasi piano d’attacco, rispondendo con un secco “no” alla possibilità di un intervento militare in Venezuela.
Nonostante la smentita ufficiale, la presenza crescente di unità navali statunitensi nel Mar dei Caraibi – tra cui la portaerei USS Gerald R. Ford e diversi cacciatorpediniere – indica che Washington mantiene alta la pressione sul regime di Maduro. L’obiettivo dichiarato dell’amministrazione rimane quello di interrompere il flusso di stupefacenti verso gli Stati Uniti e di indebolire le strutture di potere del presidente venezuelano, accusato di trasformare il Paese in un narco-Stato.