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Bimba di 7 anni stuprata nel dormitorio della fabbrica dove lavora la madre: "Vogliamo giustizia" 

La madre della piccola vittima chiede giustizia

Nel 2018 una bimba di 7 anni venne stuprata nel dormitorio della fabbrica dove lavora e il suo aggressore preso e condannato ma c'è di più e di peggio

Arriva dal Regno Unito la terribile storia di una bimba di 7 anni stuprata nel dormitorio della fabbrica dove lavora la madre, madre che dice: “Vogliamo giustizia”. Oggi la donna ritiene che l’azienda non abbia dato alcun tipo di aiuto. Nel 2018 sua figlia venne stuprata proprio nei dormitori di un fabbrica  thailandese mentre era da sola. Era sola perché la madre era impegnata a cucire abiti e jeans in un’azienda locale che lavorava per conto di Tesco

Bimba di 7 anni stuprata nel dormitorio 

Si tratta del colosso della grande distribuzione e il più grande rivenditore al dettaglio del paese. Sulla vicenda aveva aperto uno spiraglio una storica causa legale intentata nel Regno Unito per presunto sfruttamento del lavoro. A promuoverla 130 ex lavoratori birmani di una fabbrica thailandese che produceva abbigliamento. Al Guardian la donna aveva raccontato di quella violenza che sua figlia aveva subito il 4 agosto del 2018. Lei era nella stanza con la sorella minore e la madre era in fabbrica, costretta a lasciare le figlie in dormitorio da sole

Il 19enne stupratore e l’arresto

A quel punto un operaio 19enne era entrato ed aveva violentato la piccola. L’uomo era stato arrestato dalla polizia e condannato a cinque anni e quattro mesi. Ma la madre ritiene che ci siano altre responsabilità e che fra esse vadano annoverate quelle degli addetti della fabbrica, che le avrebbero chiesto il silenzio sul fatto. Ha detto la donna: “Erano preoccupati per i controlli della polizia in fabbrica e non per mia figlia. Mi hanno detto: ‘Non chiamare l’ambulanza. Se chiami l’ambulanza, arriverà la polizia e questo creerà problemi alla nostra fabbrica, quindi non chiamarli”. E in chiosa: “Sento che spetta a VKG e Tesco assumersi la responsabilità per il caso di mia figlia, ma non l’hanno fatto. Lavoravo e abitavo in fabbrica quando è successo il fatto”.