Un ospedale nel sud di Gaza è stato bombardato, causando una tragedia tra i civili. Tra i morti ci sono cinque giornalisti, segnando un duro colpo per la libertà di stampa e l’informazione sul conflitto in corso. L’attacco ha suscitato indignazione internazionale e solleva nuove domande sulla protezione dei civili e dei reporter nelle aree di guerra.
Bombardato ospedale nel sud di Gaza: contesto militare e reazioni internazionali
L’attacco sull’ospedale Nasser di Khan Yunis si inserisce in un contesto di crescente tensione a Gaza: Israele ha schierato carri armati a Gaza City in vista di un’ampia offensiva per il controllo della città. Hamas ha denunciato l’azione come un “crimine di guerra aggravato” e ha invitato la comunità internazionale e i Paesi arabi a esercitare pressione sugli alleati di Israele per fermare quella che ha definito una “campagna di sterminio sistematico”.
In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito l’impegno del Paese a proteggere la libertà e la sicurezza dei giornalisti, evidenziando che la posizione italiana, condivisa con altri Stati, resta ferma nel garantire la possibilità di lavoro sicuro per i cronisti anche nella Striscia di Gaza.
Bombardato ospedale nel sud di Gaza: cinque giornalisti tra le vittime
Almeno venti persone, tra cui cinque giornalisti, sono rimaste uccise a seguito di un attacco dell’esercito israeliano con un drone kamikaze al complesso ospedaliero Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Tra i giornalisti deceduti figurano Hossam al-Masri, cameraman della Reuters, Moaz Abu Taha della NBC, Mohammed Salama di Al Jazeera, Mariam Abu Daqa, collaboratrice di Independent Arabic e Associated Press, e Ahmed Abu Aziz, morto per le ferite riportate. Le agenzie hanno espresso sgomento per le morti: Reuters ha riferito di aver richiesto assistenza medica urgente per i propri collaboratori feriti, mentre l’Associated Press ha definito la scomparsa della giornalista Mariam Abu Daqa un colpo doloroso.
La Foreign Press Association ha chiesto spiegazioni immediate all’esercito israeliano e all’ufficio del primo ministro, condannando la pratica di prendere di mira i giornalisti. Un medico dell’ospedale ha sottolineato come pazienti, studenti e personale siano stati colti di sorpresa durante il raid, aggravando la paura e il caos nella struttura.