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Celine Dion ha nascosto la malattia per 17 anni: la confessione

sindrome della persona rigida

Celine Dion ha nascosto la malattia per 17 anni: perché ha deciso di parlarne pubblicamente?

Celine Dion è tornata a parlare della sua malattia, rivelando che l’ha tenuta nascosta per ben 17 anni. Gli spasmi causati dalla patologia le hanno sempre reso complicata la quotidianità, ma adesso sono diventati insostenibili.

Celine Dion ha nascosto la malattia per 17 anni

La prima volta che Celine Dion ha parlato della sua malattia, ossia la sindrome della persona rigida, era il 2022. Soltanto adesso, però, ha rivelato di averla tenuta nascosta al pubblico per ben 17 anni. Intervistata dalla NBC News, l’artista ha voluto raccontare tutta la verità, ripercorrendo tutte le fasi della patologia.

La confessione di Celine Dion

Celine Dion ha deciso di rivelare di essere malata dopo 17 anni perché mentire ai fan era diventato “un peso troppo grosso“. Nelle fasi più difficili della patologia si comportava come un “eroe“, ma sentiva come se il suo “corpo la stesse lasciando“. Quando ha ricevuto la diagnosi della persona rigida, ha sbagliato a non prendersi il giusto tempo per capire cosa le stesse succedendo. Soltanto adesso, però, se ne rende conto.

Celine Dion: a causa degli spasmi si è rotta le costole

Tra i sintomi più difficili della malattia ci sono gli spasmi. Per andare avanti, in passato come oggi, Celine si è sempre aggrappata ai suoi sogni. In alcuni momento, però, è davvero difficile far finta che non stia accadendo nulla. Ha raccontato:

“Possono anche essere nell’addome, nella colonna vertebrale o nelle costole. A un certo punto mi sono rotta delle costole perché gli spasmi, quando sono molto violenti, possono rompere alcune costole. Se punto i piedi rimarranno bloccati. Se cucino – perché amo cucinare – le mie dita e le mie mani rimarranno in quella posizione”.

Con il passare del tempo, gli effetti della malattia sono diventati sempre più gravi. Attualmente sta seguendo una “terapia atletica, fisica e vocale” cinque volte alla settimana, ma è comunque “una lotta“.