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Conclave 2025: chi è il cardinale Prevost, possibile guida futura della Chiesa?

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Secondo giorno di Conclave dopo la prima fumata nera. Tra i nomi più citati, anche quello del cardinale Prevost. Sarà lui il prossimo Papa?

Mentre la Cappella Sistina resta avvolta nel silenzio e nell’attesa, il secondo giorno del Conclave si apre senza ancora un nuovo pontefice. Dopo la fumata nera di ieri, i cardinali elettori proseguono le votazioni per scegliere il prossimo Papa. Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza nelle ultime ore c’è quello di Robert Francis Prevost, cardinale statunitense con una lunga esperienza pastorale e di governo nella Chiesa.

Ma chi è davvero questo porporato poco noto al grande pubblico e perché il suo nome viene indicato tra i papabili?

Il sogno americano del papato

Dal 1776, anno dell’Indipendenza, nessun Papa è mai arrivato dagli Stati Uniti. Un fatto sorprendente per una nazione che, negli ultimi cento anni, ha dominato la scena globale sul piano economico e militare. La giovane età del Paese e il limitato numero di conclavi successivi a quella data spiegano in parte questa assenza. Tuttavia, con la morte di Francesco, torna a farsi strada l’ipotesi di un Papa americano.

Tra i presenti in Vaticano c’è anche monsignor Robert Barron, vescovo del Minnesota e figura pubblica di spicco, noto per essere stato nominato da Trump nella Commissione per la Libertà Religiosa. In un recente intervento, Barron ha ricordato le parole del cardinale Francis George, suo mentore: Finché l’America non sarà in declino politico, non avremo un Papa americano”.

Secondo molti osservatori, lo scenario potrebbe cambiare: con il peso globale degli Stati Uniti in declino — tra la crescita della Cina e l’influenza crescente dei BRICS — l’ipotesi di un Papa americano appare oggi più plausibile. Tra i nomi più ricorrenti figura quello del cardinale Robert Prevost.

Robert Francis Prevost: un profilo internazionale tra luci e ombre

Nato a Chicago nel 1955, il cardinale Robert Francis Prevost è attualmente alla guida del Dicastero per i Vescovi, il dipartimento vaticano incaricato di nominare i nuovi vescovi in tutto il mondo. La sua posizione di rilievo lo rende uno dei papabili più discussi.

La sua vasta esperienza missionaria in Perù, dove ha ricoperto il ruolo di vescovo di Chiclayo dal 2015 al 2023, gli ha conferito la cittadinanza sia statunitense che peruviana. Questa doppia appartenenza potrebbe bilanciare le preoccupazioni di chi teme una “americanizzazione” eccessiva della Chiesa.

Conosciuto per la sua visione moderata e aperta, Prevost condivide molte delle priorità pastorali di Papa Francesco, come l’impegno per i poveri, i migranti e la cura dell’ambiente. Ha anche appoggiato l’inclusione dei fedeli divorziati e risposati, mostrando una posizione favorevole verso la dichiarazione Fiducia Supplicans, che prevede la benedizione delle coppie in situazioni irregolari.

Tuttavia, il suo cammino non è esente da polemiche. Durante il suo periodo come provinciale degli Agostiniani a Chicago, Prevost permise che un sacerdote condannato per abusi risiedesse in un convento vicino a una scuola elementare.

In Perù, ha dovuto affrontare critiche per la gestione di alcune denunce di abusi sessuali nella diocesi di Chiclayo, sebbene la diocesi abbia sostenuto che Prevost agì secondo le procedure canoniche, ascoltando le vittime e inviando i fascicoli al Vaticano.

Nonostante questi eventi, la sua solida esperienza pastorale, la competenza curiale e l’approccio internazionale lo pongono come un candidato di mediazione nel Conclave attuale. Solo la sua recente nomina a cardinale nel 2023 e la sua età relativamente giovane (69 anni) potrebbero limitare le sue effettive possibilità di essere eletto.