A Palmoli, in provincia di Chieti, tre bambini vivono con i genitori in una casa isolata nel bosco, una scelta di vita che ha attirato l’attenzione dei media e dei social. La vicenda della famiglia anglo-australiana, che vive lontano dai centri urbani senza elettricità, acqua e gas, ha scatenato un acceso dibattito tra chi sostiene uno stile di vita a contatto con la natura e chi solleva preoccupazioni per i minori.
Oggi è arrivata la decisione del giudice sul futuro dei piccoli.
Chieti, il caso della famiglia nel bosco: sostegno e polemiche
La decisione del tribunale ha suscitato un acceso dibattito sulla libertà di scelta dei genitori e sulla protezione dei bambini. L’avvocato della famiglia, Giovanni Angelucci, ha sottolineato che “non c’è alcun disagio, né violenza, ma una scelta di vita ben precisa che mira a preservare il rapporto tra uomo e natura“.
La vicenda di Palmoli ha attirato l’attenzione dei media e dei social, con quasi 31mila firme raccolte a sostegno della famiglia. La scelta dei genitori di vivere lontano dai centri urbani, senza elettricità, acqua e gas, continua a dividere l’opinione pubblica tra chi apprezza uno stile di vita alternativo e chi critica le condizioni dei bambini. I genitori ribadiscono che la loro intenzione è stata sempre quella di crescere i figli a contatto con la natura, valorizzando il rapporto con gli animali e l’ambiente circostante.
Chieti, famiglia vive nel bosco: il tribunale decide sul futuro dei tre bambini
Un provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha stabilito oggi che i tre bambini della famiglia anglo-australiana residente a Palmoli, in provincia di Chieti, non potranno più vivere nella loro abitazione isolata nel bosco. La madre potrà trasferirsi con loro nella struttura protetta indicata dal giudice. La decisione arriva dopo mesi di attenzione mediatica e polemiche, con una raccolta online che ha visto la partecipazione di migliaia di persone in difesa della scelta di vita della famiglia.
I genitori hanno sempre difeso la loro decisione: “Per i nostri figli volevamo una vita diversa e abbiamo deciso di vivere nel bosco. Vogliamo vivere qui, con i nostri bimbi e i nostri animali“. La bambina di otto anni e i due gemelli di sei erano seguiti tramite home schooling con l’aiuto di un’insegnante privata molisana.
La vicenda era già finita all’attenzione della Procura minorile dell’Aquila lo scorso anno, dopo un ricovero ospedaliero dei bambini per intossicazione da funghi, seguito da un controllo dei carabinieri che portò alla sospensione della potestà genitoriale, pur confermando l’affidamento ai genitori.