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Il recente sequestro di beni per un valore di 11,9 miliardi di rubli (circa 152 milioni di dollari) da parte di un tribunale arbitrale di Mosca ha scosso il panorama politico e imprenditoriale russo. Al centro di questa controversia c’è Anatoly Chubais, ex insider del Cremlino, insieme a dodici co-imputati, accusati di malversazione legata a un progetto di chip di memoria che non ha mai decollato.
La società statale Rosnano ha intentato causa contro Chubais e i suoi collaboratori, sostenendo che le loro decisioni riguardo al progetto Crocus siano state irragionevoli e irresponsabili. Questo progetto, avviato nel 2011 in collaborazione con la francese Crocus Technology, mirava a sviluppare una tecnologia di chip di memoria MRAM, considerata un fiore all’occhiello del settore microelettronico russo.
Il fallimento del progetto Crocus
Entro aprile, gli investimenti nel progetto Crocus Nanoelectronics avevano superato i 200 milioni di euro (circa 236 milioni di dollari). Tuttavia, la situazione si è aggravata quando la società ha dichiarato bancarotta nell’agosto, segnando un clamoroso fallimento nel panorama delle start-up tecnologiche russe.
Le conseguenze legali del sequestro
Il tribunale di Mosca ha giustificato il sequestro dei beni, evidenziando il rischio che alcuni degli imputati, residenti all’estero, potessero trasferire i propri beni in paesi off-shore mentre le procedure civili si prolungano. Queste azioni si inseriscono in un contesto di crescente attenzione da parte delle autorità russe nei confronti di presunti atti di corruzione e abuso di potere.
Chubais e il suo ruolo in Rosnano
Fondatore di Rosnano nel 2007, Chubais ha guidato l’azienda fino. La nuova dirigenza ha richiesto un’analisi delle gestioni precedenti, scatenando una serie di indagini su presunti reati finanziari. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio, Chubais ha lasciato il paese, stabilendosi in Israele, dove ha anche avviato un centro di ricerca presso l’Università di Tel Aviv.
Accuse e reazioni
Il presidente Vladimir Putin ha insinuato che Chubais abbia abbandonato la Russia per sfuggire a possibili persecuzioni penali legate alle irregolarità finanziarie emerse durante la sua gestione di Rosnano. Inoltre, funzionari russi hanno richiesto la sua estradizione per rispondere a queste accuse di corruzione, contribuendo a dare una dimensione internazionale alla vicenda.
Le incertezze del sistema giudiziario russo
Questa non è la prima volta che Rosnano intraprende azioni legali contro i suoi ex dirigenti. Un altro processo, previsto per gennaio, richiede il recupero di 5,6 miliardi di rubli (circa 71 milioni di dollari) sempre da Chubais e dai suoi collaboratori, questa volta per il fallito progetto di tablet flessibili Plastic Logic.
Le prospettive di successo di queste cause sono tuttavia incerte, dato che finora i principali attori coinvolti non hanno subito conseguenze legali significative. Critici come il deputato della Duma Mikhail Delyagin hanno descritto la persecuzione di Chubais come una profondamente ipocrita, sostenendo che il suo status di rifugiato lo metterebbe al sicuro dalle conseguenze legali in Russia.
In conclusione, la saga di Anatoly Chubais e Rosnano solleva interrogativi sul futuro della giustizia in Russia e sulle dinamiche di potere all’interno del governo. Mentre il caso continua a svilupparsi, l’attenzione resta alta sia a livello nazionale che internazionale.