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Crisi di governo, Marattin (Italia Viva): "Con le dimissioni di Draghi saltano gli obiettivi del Pnrr"

Marattin italia viva

Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni e in autunno si andrà a votare: in un'intervista Luigi Marattin (Italia Viva) ha detto la sua a riguardo.

L’esponente di Italia Viva, Luigi Marattin, ha parlato del futuro dell’esecutivo dopo le dimissioni di Mario Draghi e alla luce degli obiettivi del Pnrr.

Le dimissioni di Draghi e il futuro del Pnrr

Il governo Draghi è finito e questa mattina il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha preso atto delle dimissioni presentate dall’ormai ex Premier. Ha già preso la decisione di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.

Si voterà in autunno quindi, e da questo momento in poi Draghi potrà occuparsi solo del disbrigo degli affari correnti, garantendo quindi la continuità dell’azione amministrativa del governo. Tra le ripercussioni maggiori di questo cambio in corsa c’è sicuramente l’attuazione del Pnrr, che prevede entro la fine del 2022 il raggiungimento di 55 obiettivi. A riguardo si è espresso Luigi Marattin, di Italia Viva.

Il “suicidio politico” e le prossime elezioni

«Mai come in questo caso è evidente: dei due populismi con cui questa legislatura è nata. Quello del M5S e quello della Lega, che in ultimo ha finito per assorbire anche Forza Italia, in un suicidio dei moderati di centrodestra che verrà ricordato negli annali della politica».

Marattin ha le idee chiare su chi addossare la colpa della fine prematura della 18esima legislatura, e non ha avuto problemi nel dirlo pertamente. Nonostante ciò il rappresentante di Italia Viva invita a vedere le imminenti elezioni come un momento di vittoria della democrazia:

«Non bisogna mai avere paura delle elezioni. Non solo sono un appuntamento rituale in democrazia, ma sono anche il più bello e solenne. Si ridà la parola al popolo sovrano, che potrà finalmente giudicare gli avvenimenti di questi anni e decidere di conseguenza». 

L’italia perde il proprio portavoce internazionale

L’unica verità indiscussa che emerge da questa situazione è che l’Italia perde un portavoce dall’enorme presenza e credibilità a livello internazionale, anche in virtù dei ruoli che ha ricoperto precedentemente all’icarico di Presidente del Consiglio:

«Mario Draghi era il principale sostenitore dell’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas e di una riforma sostenibile delle regole fiscali europee. Ora entrambe queste partite cruciali, nelle prossime settimane, verranno discusse senza di lui. Difficile immaginare un atto di masochismo collettivo più grande».