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Reggio Calabria, tabaccaia decapitata: arrestato ludopatico

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Accusava la tabaccaia di truffarlo: filippino di 43 anni uccide brutalmente la tabaccaia Mariella Rota di 66.

Una donna di 66 anni, Mariella Rota, è stata decapitata martedì 30 Luglio 2019 nella sua tabaccheria, in via Melacrino, a Reggio Calabria. L’omicida è un cittadino filippino di 43 anni. L’uomo sarebbe un cliente abituale della rivendita in cui lavorava la donna. Secondo quanto riportato dal sito leggo.it, Mariella Rota avrebbe sorpreso il suo assassino entrare di straforo nella tabeccheria passando dall’androne del condominio. In quel momento avrebbe avuto luogo la violenza: l’uomo avrebbe accoltellato la donna con “particolare violenza”, come dichiarato dalla polizia, fino a decapitarla. L’arma usata era una mannaia.

Reggio Calabria, tabaccaia decapitata

In base ad una prima ricostruzione dei fatti si tratterebbe di un omicidio volontario e premeditato. Billi Jay Sicat, 43 anni, di origini filippine, in Italia da 5 anni con regolare permesso di soggiorno, soffriva di ludopatia e accusava la donna di truffa per giustificare la mancanza di vincite. La violenza con cui l’uomo ha perpetrato l’omicidio è assurda: ha praticamente decapitato la donna con una mannaia infierendole poi altri colpi.

Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri insieme all’aggiunto Gerardo Dominijanni, dal questore Maurizio Vallone e dal capo della Squadra mobile Francesco Rattà ha indetto una conferenza stampa in cui ha descritto la dinamica dell’omicidio. Mariella Rota avrebbe tentato di difendersi, ma il primo colpo che ha ricevuto le ha staccato le dita di una mano mentre il secondo si è rivelato quello fatale.

A omicidio terminato, Billi Jay Sicat si è tolto la maglietta sporca di sangue mettendosene una pulita. Ha poi tolto l’hard disk da un computer pensando fosse collegato alla videosorveglianza. I familiari della vittima, nel pomeriggio, hanno notato che la tabaccheria era chiusa ed hanno allertato la polizia. Attraverso le immagini della videosorveglianza, che non era collegata all’hard disk preso da Sicat, gli investigatori sono risaliti all’assassino.

Giunti all’abitazione dell’uomo, distante circa 1 Km dalla tabaccheria, la polizia ha notato che Sicat si stava preparando a partire. L’omicida era disoccupato e spendeva i soldi guadagnati dalla moglie giocando al Lotto.