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Erika Preti sgozzata dal fidanzato: si procede verso sentenza d’appello

Erika Preti sgozzata dal fidanzato

Erika Preti era stata sgozzata dal fidanzato dopo un rimprovero per le briciole: a tre anni dall'omicidio, sta per essere giudicato anche in appello.

Un delitto tanto futile quanto efferato: la vittima è Erika Preti, sgozzata dal fidanzato nel 2017. La coppia, proveniente da Biella, si trovava in vacanza a San Teodoro, nel nord della Sardegna, quando il giovane fidanzato ha aggredito a morte la compagna. Dimitri Fricano, 30 anni, aveva poi confessato. A distanza di tre anni dall’omicidio, l’ex fidanzato sta per essere giudicato anche in appello.

Erika Preti sgozzata dal fidanzato: il processo

Inizialmente aveva cercato di liberarsi da ogni accusa. Davanti agli inquirenti aveva parlato di rapinatori incappucciati entrati nella loro abitazione: “C’era un uomo in casa, non ho potuto fermarlo”. Poi Dimitri Fricano aveva ammesso: “Erika l’ho uccisa io, mi aveva rimproverato per le briciole sul tavolo. Per il 30enne fidanzato di Erika è già arrivata una condanna in primo grado a 30 anni di carcere. Ora si procede verso una sentenza di appello.

I due erano fidanzati dal 2009. Il 12 giugno 2017 Dimitri ed Erika si trovano in vacanza in una villetta in Sardegna. Per quella giornata di sole, avevano in programma una gita in gommone e stavano preparando un pranzo al sacco.

I Ris di Roma hanno ricostruito le dinamiche dell’omicidio. Fricano avrebbe preso Erika per i capelli per poi scaraventarle più volte la testa contro i mobili della casa. Intere ciocche dei capelli di Erika sono state ritrovate sul pavimento. L’arma del delitto è il coltello usato per tagliare i panini. Erika pare si sia riuscita a liberare dalle grinfie del suo compagno, il quale, tuttavia, è stato in grado di afferrarla nuovamente e infliggerle il colpo mortale. Servendosi di un coltello più grande, l’ha colpita alla gola. A quel punto per Erika non c’è stato nulla da fare. Dimitri intanto è scappato in strada fingendo di aver subito una rapina.

Dopo pochi giorni ha confessato, ma la sua difesa ha intrapreso la strada dalla seminifermità. L’allora 30enne, infatti, soffre di epilessia. Dalla perizia eseguita però, la patologia non ha influito sull’assassinio perpetrato. Al momento dei fatti, Fricano era perfettamente in grado di intendere e volere.