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Decreto rave party, le norme si applicano anche alle occupazioni studentesche nelle scuole?

Occupazione

La norma sui rave party varata dal governo Meloni parla di tutti i raduni illegali e le questure potrebbero applicarla anche ad altre manifestazioni.

Il nuovo decreto per la gestione dei rave party, varato dal governo Meloni, parla di tutti i raduni illegali. Se non dovessero essere apportate modifiche le questure potrebbero applicare la norma anche a manifestazioni diverse.

Decreto rave party, le norme si applicano anche alle occupazioni studentesche nelle scuole?

La norma sui rave party, approvata nel primo decreto legge del governo Meloni, parla di tutti i raduni illegali e ha sollevato proteste dall’opposizione. Il rischio denunciato dai partiti del centrosinistra è che sia una norma “liberticida e fascista” che non contrasta solo i rave party ma può colpire altre forme di manifestazioni del dissenso, come le occupazioni scolastiche. Il nuovo articolo 434-bis del codice penale è già in vigore, ma nei prossimi 60 giorni può essere modificato dal Parlamento. Probabilmente ci sarà un intervento per definire alcuni aspetti che in questo momento permetterebbero di applicare la norma in modo troppo esteso. Il testo del decreto parla di “invasione di terreni o edifici, pubblici o privati” includendo non solo capannoni o edifici abbandonati, ma anche luoghi pubblici, come la scuola. Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento a spiegato che “i cittadini perbene non hanno nulla da temere perché non vi sarà nessuna discrezionalità“. In realtà la norma può essere applicata a qualsiasi manifestazione. In una nota, il ministero dell’Interno ha dichiarato che il decreto “non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione“.

Il problema delle intercettazioni telefoniche e i possibili cambiamenti della norma sui rave party

Giorgia Meloni ha rivendicato di non aver inserito nella norma la possibilità di intercettazioni telefoniche ai danni degli organizzatori. Il Codice di procedura penale, però, prevede che le intercettazioni siano consentite per i reati che hanno una pena massima superiore a 5 anni. Il nuovo reato ha una pena massima di 6 anni per cui è possibile disporre delle intercettazioni a carico di persone indagate per l’organizzazione di qualsiasi raduno non autorizzato. Non sono state previste le intercettazioni preventive, prevista soprattutto per ipotesi di reati di mafia o terrorismo.

Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, ha spiegato che “la norma è partita dall’urgenza del rave di Modena, poi il Parlamento può intervenire per modificarla, anche in ragione delle reazioni e delle critiche che fossero giuste“. Secondo Sisto la norma può essere resa “più certa e puntuale” ma che è “evidente che l’occupazione delle scuole e le manifestazioni di piazza devono essere escluse“. Un possibile intervento del Parlamento sarebbe di inserire l’uso di sostanze stupefacenti per distinguere i rave da altre manifestazioni.