C’è bisogno di un nuovo sguardo e pensare alle nostre Alpi, e non solo, svincolandoci dalla messa in scena proposta dalla comunicazione più conformista. Le Alpi costantemente associate a categorie come “purezza”, “armonia”, “tipicità” alle quali si accompagnano gli immancabili “paesaggi mozzafiato”, “santuari della natura”, “natura incontaminata”, sintesi di uno spazio ridotto a mero (o nostalgico) messaggio pubblicitario.
Sergio Reolon nel suo “Kill Heidi” propone in maniera provocatoria un’eliminazione definitiva della piccola montanara che rappresenta un’immagine bucolica e stereotipata di una montagna di fatto inesistente, simbolo della subalternità verso metropoli urbana e spogliazione della dignità dei montanari.
Ma noi cinquantenni che siamo cresciuti con questo mito non possiamo permetterlo! Dobbiamo liberare la forza rivoluzionaria che può rappresentare questo personaggio che, attraverso i concetti dell’economia vegetale, può davvero rappresentare un nuovo paradigma. E chi meglio di lei, cresciuta sulle terre alte, può farci da guida in questo nuovo contesto?
Heidi cosa ci può insegnare? Solo una montagna da cartolina, sicuramente bella, salvifica e romantica, ma lontana dalla realtà? Per fare questo nuovo percorso dobbiamo allontanarci da questi stereotipi e immergerci in quello che è alla base del mondo della nostra piccola protagonista: i suoi boschi, le sue valli, le sue nevi, i suoi pendii. Ed è qui che possiamo trovare una nuova forza rivoluzionaria.
E come ci insegna il Prof. Luigino Bruni in “Economia vegetale”, sicuramente non avremmo una crisi così profonda e seria se la scienza economica avesse scelto un paradigma come quello vegetale e non solo con metafore e immagini del mondo animale o, come negli ultimi decenni, del mondo sportivo. Il non aver visto “l’intelligenza” delle piante ci ha privato di una grande sorgente di figure, di linguaggi, di intelligenza. Pensiamo ai paralleli che si possono creare tra le relazioni nel mondo vegetale e concetti quali la reciprocità o i beni relazionali, tra i sensi delle piante e il benessere collettivo, tra fotosintesi clorofilliana e gratuità, tra biodiversità e valore delle unicità, o tra le nicchie ecologiche e concetti quali innovazione e creatività.
Tutti tesori che sono quotidianamente sotto i nostri occhi ma che non siamo in grado di percepire. Il saper riscoprirli, e soprattutto conoscerli e applicarli, ci può aiutare a costruire un nuovo mondo più inclusivo e più giusto. Bentornata Heidi!