Il caso di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, continua a generare misteri e nuove piste investigative. Recenti sviluppi della Procura di Roma hanno riportato al centro dell’attenzione il nome di Mario Meneguzzi, zio della ragazza, con perquisizioni e acquisizione di documenti che potrebbero fornire ulteriori elementi sulla vicenda.
Nuove piste nell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
A oltre quarant’anni dalla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983 mentre tornava a casa dalla scuola di musica, emergono sviluppi significativi nelle indagini condotte dalla Procura di Roma.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, nel aprile 2024 gli investigatori coordinati dal pm Stefano Luciani hanno effettuato una perquisizione nella villa di Mario Meneguzzi, zio di Emanuela ormai deceduto, situata a Torano, in provincia di Rieti. Il decreto di perquisizione indicherebbe Meneguzzi come una possibile “ipotesi investigativa, ma non l’unica, che lo vede coinvolto nella sparizione” della nipote.
L’intervento, condotto dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma, avrebbe portato all’acquisizione di documenti considerati dagli investigatori “interessanti”, senza però chiarire se abbiano prodotto elementi decisivi per l’indagine.
Emanuela Orlandi, perquisita tutta la casa dello zio: la nuova pista investigativa della Procura
Lo zio di Emanuela era già stato indicato come figura centrale nelle trattative con i presunti rapitori: a casa del padre di Emanuela, Ercole Orlandi, arrivarono telefonate con richieste e messaggi criptici, spesso gestite proprio da Meneguzzi.
Il suo nome era riemerso due anni e mezzo fa in un carteggio vaticano che menzionava episodi di molestie nei confronti di Natalina Orlandi, sorella maggiore della ragazza, sebbene la stessa Natalina avesse poi parlato di “semplici avances” durante una conferenza stampa.
La famiglia Orlandi ha sempre respinto ogni sospetto, con Pietro Orlandi che ha commentato: “Per me è un depistaggio. Perquisizioni avvenute non ora come vogliono far credere, ma diverso tempo fa, totalmente inutili”. Anche il figlio di Meneguzzi ha difeso la memoria del padre: “C’è chi fa di tutto, con infamia, per allontanare la verità. Su mio padre soltanto bugie”.
La Procura, comunque, mantiene aperte altre piste investigative, tra cui possibili collegamenti con ambienti religiosi, dimostrando come il caso Orlandi resti un mosaico complesso e lontano dall’essere completato.