Lei, Emma Bonino, con Matteo Renzi proprio non ci va, il ricordo di quando lui la preferì la Migherini agli Esteri brucia ancora, perciò al Messaggero spiega: “Gli accordi vanno rispettati”. La leader di +Europa preferisce fare retromarcia sull’imprescidibilità dell’agenda Draghi piuttosto che farla sul valore dell’accordo con il Pd che però è draghiano anch’esso e dice che a suo avviso in gioco c’è la credibilità di una classe dirigente. Ha detto la Bonino: “I patti sono patti e come tali vanno rispettati. Altrimenti quale può essere la credibilità e l’affidabilità di una classe dirigente o di un partito? Quattro giorni fa, quattro non 40, il Pd, Calenda, Più Europa siglano un accordo politico, peraltro per ironia della sorte la bozza scritta da Calenda, benissimo. Bravi tutti, applausi”.
Bonino: “Gli accordi vanno rispettati”
E ancora: “Dal giovedì io comincio a sentire rumori su Calenda che non regge i suoi. E arriviamo ieri col segretario del mio partito, Della Vedova, che ha la pazienza di un santo, che ancora prova a parlare con Calenda. Calenda che però dice inutile che ci vediamo, è una perdita di tempo”. Poi la Bonino affonda: “Da Della Vedova apprendiamo: ‘Calenda ci ha detto che la cosa è chiusa, amen e arrivederci’”. Sulla premeditazione la Bonino risponde: “Non lo so, io avevo molta fiducia. Credo non sia serio cambiare opinione ogni tre giorni specialmente da una forza politica che si candida a partecipare al governo di un Paese. Io su questa strada non lo posso seguire”.
Il patto che già prevedeva accordi a sinistra
Il dato è che “martedì scorso abbiamo firmato un patto, nel quale era già previsto che poi il Pd avrebbe potuto fare accordi con altre forze politiche. E Letta, quando ha chiuso con Bonelli e Fratoianni, è stato molto chiaro nello spiegare che le due situazioni non erano sullo stesso piano”. E la chiosa: “Quello tra noi e il Partito democratico, in questo caso, è un accordo ideale, geopolitico, se vogliamo strategico. Poi, certo, c’era anche l’obiettivo di non consegnare il 65-70% dei collegi uninominali al centrodestra”.