Il caso Epstein torna al centro dell’attenzione mondiale con l’uscita del libro postumo di Virginia Roberts Giuffre, la più nota tra le donne che accusarono il finanziere di abusi sessuali e traffico di minori. “Nobody’s Girl”, pubblicato dopo la sua morte suicida a 41 anni, riapre vecchie ferite e porta alla luce nuove rivelazioni su una rete di potere, silenzi e manipolazioni che ha coinvolto politici, miliardari e membri della famiglia reale britannica.
Dopo il suicidio, il libro di Virginia Roberts Giuffre torna a far luce sul caso Epstein
Il libro “Nobody’s Girl: A Memoir of Surviving Abuse and Fighting for Justice”, in uscita postuma la prossima settimana, raccoglie le memorie di Virginia Roberts Giuffre, una delle principali accusatrici del finanziere Jeffrey Epstein. La donna, trovata senza vita lo scorso aprile nella sua abitazione in Australia all’età di 41 anni, racconta nel volume scritto con la giornalista Amy Wallace i lunghi anni di sofferenze e soprusi subiti.
In alcuni estratti pubblicati in anteprima dal Guardian, Giuffre descrive Epstein come un “manipolatore esperto” e ricostruisce gli abusi che, a suo dire, avrebbe subito anche da figure di alto profilo, tra cui il principe Andrea d’Inghilterra. Nelle sue pagine, l’attivista rievoca tre episodi che la vedrebbero coinvolta con il duca di York, uno dei quali avvenuto nella casa londinese di Ghislaine Maxwell, ex compagna del finanziere ora detenuta. Giuffre aveva già denunciato pubblicamente il principe nel 2021, causa poi chiusa con un accordo extragiudiziale l’anno successivo.
Epstein: in uscita il libro di Virginia Roberts Giuffre, morta suicida lo scorso anno
Nel libro e nelle sue numerose testimonianze, Virginia Giuffre ripercorre il percorso che l’ha portata, da adolescente impiegata in una spa del club Mar-a-Lago di Donald Trump, a essere introdotta da Ghislaine Maxwell nel “mondo oscuro” di Epstein. Secondo il suo racconto, la giovane sarebbe stata costretta a compiacere sessualmente uomini facoltosi e potenti, accompagnando il finanziere nelle sue residenze di New York, delle Isole Vergini e del Nuovo Messico.
Per oltre quindici anni Giuffre ha lottato pubblicamente per dare voce alle vittime di tratta e violenza, diventando un punto di riferimento internazionale nella denuncia degli abusi sistemici di potere. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dai familiari, “il peso delle ferite subite è diventato insopportabile”.
La sua morte, avvenuta in circostanze ritenute non sospette dalle autorità australiane, ha segnato la tragica fine di una donna che aveva trasformato il proprio dolore in una battaglia per la giustizia.