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Da venerdì scorso, giorno in cui ha sentito per l’ultima volta la figlia, Maria Denisa Adas, 30 anni, Maria Cristina non ha più sue notizie. La figlia non l’ha più chiamata, né ha risposto ai suoi messaggi, come ha riferito la mamma al Corriere della Sera. Per loro, quel gesto quotidiano era una certezza, quasi un rito.
Escort sparita a Prato: la ricostruzione e le parole della madre
Di Maria Denisa, escort in trasferta da Roma a Prato, non si è saputo più nulla. Era arrivata per qualche giorno, come le capitava spesso. L’ultima traccia la colloca nella stanza 101 di un residence in via Ferrucci. Poi, alle 23:35, la telecamera di un negozio ha ripreso un uomo uscire da solo dal portone: secondo gli investigatori potrebbe essere stato l’ultimo cliente. Dopo quel momento, il silenzio assoluto. Le ricerche sono in corso. Il nucleo investigativo di Firenze sta lavorando sul caso. I carabinieri hanno impiegato cani molecolari per cercare qualche traccia intorno al residence, annusando oggetti che potrebbero portare a una pista. Ma al momento, nessuna risposta. Maria Cristina lo dice con voce fioca: “Non abbiamo assolutamente idea di cosa sia successo, non abbiamo sospetti reali, non abbiamo risposte”. Anche se adesso è indagata per presunte false informazioni fornite ai pm, continua a parlare con tono stanco, rotto dalla disperazione. Non riesce a immaginare nulla che nella vita di sua figlia potesse costituire un pericolo. “No, niente. Non sappiamo dove guardare, siamo senza risposte”. Quando le chiedono se avesse mai giudicato sua figlia per il lavoro che faceva, la sua risposta è immediata, netta: “Mai, assolutamente. Eravamo in sintonia”. Racconta che al momento Maria Denisa non aveva una relazione, nessun compagno. Vivevano insieme a Roma. Lei, la madre, non lavora attualmente, ma per anni ha fatto avanti e indietro con la Romania, lavorando anche come aiuto cuoca. Descrive sua figlia con tenerezza: “Brava, intelligente, buona, educata”. Denisa sarebbe dovuta tornare a Roma il sabato successivo, prima di recarsi a Bologna per un’altra settimana. Ma qualcosa è successo prima.
“L’hanno presa”
E sua madre dice che non può credere che se ne sia andata da sola, lasciando nella stanza le sue cose. “Posso dire che senza le cose che sono state ritrovate nella sua camera lei non sarebbe mai andata via, ne sono certa”. Poi ripete: “Sì, è andata così, l’hanno presa”. Non le sembra possibile che Denisa abbia accettato un lavoro esterno per una notte, in un locale o in una casa privata. “Non credo, queste cose non le faceva”, afferma. Non era la prima volta che la figlia frequentava la Toscana, e da Prato non era mai arrivato alcun segnale di allarme. “Era venuta varie volte, niente di particolare, nessun aspetto che mi potesse far preoccupare”. Quando le chiedono delle chat tra escort, delle voci che parlano di un possibile allarme lanciato, dice di non esserne a conoscenza. “Forse, non so. A me non ha detto niente di questa storia”.
La perquisizione a carico della madre
Nel frattempo, la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha disposto una perquisizione a carico della madre della giovane, Maria Cristina Paun, 49 anni, residente a Roma. Il provvedimento – che comprende anche ispezione e sequestro – è stato eseguito nella notte nell’abitazione della donna, nel quartiere di Torpignattara, dai carabinieri dei reparti investigativi di Prato e Firenze, che si sono serviti del il supporto dei colleghi romani. Dopo essere stata ascoltata insieme a due amiche della figlia mercoledì 21 maggio, Paun ora è indagata per false informazioni al pubblico ministero. Gli inquirenti sospettano infatti che Maria Denisa sarebbe stata rapita da un gruppo di connazionali romeni con l’intento di costringerla alla prostituzione, ipotesi che nasce da alcune confidenze fatte dalla donna nei giorni precedenti, secondo le quali Maria Denisa sarebbe stata rapita da un gruppo di connazionali romeni per costringerla a prostituirsi.
La nuova pista delle indagini
A destare inquietudine è il coinvolgimento di un professionista italiano, presumibilmente un avvocato, che avrebbe rassicurato la madre sulla possibilità che la figlia sia ancora viva. La pista delle indagini non è più l’omicidio, piuttosto l’ipotesi di un sequestro a scopo di sfruttamento sessuale. La sua scomparsa sarebbe avvenuta tra il 15 e il 16 maggio, quando la giovane era arrivata a Prato per una serie di appuntamenti con dei clienti e poi con l’intenzione di trasferirsi a Bologna, dove però non è mai arrivata.