Un passo che sa di ritorno al passato, ma con lo sguardo rivolto al futuro. La Germania riapre il dibattito sulla leva obbligatoria, e lo fa nel modo più concreto possibile e rivolto all’Europa.
Leva obbligatoria in Europa? La svolta tedesca
Dopo mesi di trattative e lievi tensioni, il governo tedesco sembrerebbe aver trovato un punto d’incontro.
I partiti della coalizione – il blocco conservatore guidato dal cancelliere Friedrich Merz e i socialdemocratici – hanno annunciato un nuovo modello di servizio militare. La notizia è arrivata a margine di una conferenza al Bundestag, dove i capigruppo di Cdu, Csu e Spd, insieme al ministro della Difesa Boris Pistorius, hanno illustrato i dettagli.
Il cuore della riforma quale sarebbe in definitiva? Resta la volontarietà, ma con un correttivo: un questionario obbligatorio per gli uomini, mentre donne e persone non binarie potranno partecipare su base volontaria. “Non vogliamo una leva imposta, ma un esercito pronto”, ha detto Pistorius ai giornalisti presenti, spiegando che la prima generazione coinvolta sarà quella dei nati nel 2008.
Se i volontari non basteranno, scatterà una procedura di sorteggio casuale tra i candidati idonei. Come sarà compsto il sistema? Sarà un sistema misto che, nelle intenzioni, dovrebbe portare la Bundeswehr a 260.000 effettivi, con una riserva di 200.000. Un numero importante, “necessario per affrontare un contesto internazionale in rapido mutamento”, come ha ribadito Jens Spahn, capogruppo Cdu.
Pistorius ha poi sottolineato come il servizio debba diventare “più attrattivo”, certamente con una formazione aggiornata, addirittura benefit e una concreta possibilità di carriera. Ogni sei mesi il ministero presenterà relazioni al Bundestag, in modo da monitorare i progressi e, se serve, rivedere il piano.
Leva obbligatoria in Europa: equilibrio fragile e nuova strategia
Dietro l’accordo, c’è un compromesso politico probabilmente… La Spd voleva mantenere la piena volontarietà, mentre i conservatori spingevano per un modello più rigido, capace di garantire numeri certi. Alla fine, la soluzione trovata – volontariato con un possibile sorteggio – è apparsa come l’unico terreno evidentemente comune.
“Non è un ritorno alla leva del passato”, ha precisato un deputato socialdemocratico intervistato da ARD, “ma un modo per non restare scoperti in tempi di incertezza”. L’ombra dei conflitti ai confini dell’Europa pesa, e la Germania, come altri stati del continente, si interroga: può davvero fare a meno di un sistema di leva moderna?
La combinazione tra volontariato e obbligo selettivo non è solo un esperimento nazionale, no. Potrebbe diventare, dicono gli analisti intervistati da Deutsche Welle, un modello da osservare per l’intera Europa. Un modo per conciliare libertà individuale e sicurezza collettiva. In fondo, il tema della leva obbligatoria in Europa torna ciclicamente. Stavolta, con la Germania in prima linea, sembra destinato a restare.