Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi continua, a quasi vent’anni di distanza, a generare nuove piste investigative e tensioni giudiziarie a Garlasco. Le recenti immagini riemerse e le dichiarazioni dei protagonisti hanno riaperto il dibattito sulla posizione di Andrea Sempio e sulle accuse rivolte all’ex pm Mario Venditti, ampliando un quadro già complesso e ancora lontano da una conclusione definitiva.
Il contesto del 13 agosto 2007 e le immagini appena emerse
Nel pomeriggio del 13 agosto 2007, alle 15:53, a Garlasco viene scoperto da poco il corpo di Chiara Poggi. Le fotografie rimaste inedite per diciotto anni – acquisite dalla Procura di Pavia, scattate da un fotografo del posto e diffuse dal canale Bugalalla Crime di Francesca Bugamelli – immortalano i genitori della giovane e Andrea Sempio all’ingresso di via Pascoli, di fronte a Giuseppe Poggi. In un altro scatto Sempio appare al volante della propria auto mentre dialoga con un giornalista. Quel giorno, come dichiarò ai carabinieri, passò “due volte” in via Pascoli, trovando “molta gente” e fermandosi “per avere qualche notizia”.
Per l’avvocato Angela Taccia, queste sono “foto che dimostrano la genuinità del suo racconto”. A sostenere la posizione di Sempio – e la propria – c’è anche l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione nell’ambito della gestione della precedente archiviazione del 2017.
“Ridicole e infondate”, l’ex Procuratore Venditti difende l’archiviazione
Mario Venditti, in un’intervista rilasciata al Tg5, respinge nettamente ogni ipotesi di irregolarità, definendo l’accusa di corruzione nei suoi confronti “non infondata, ma ridicola”. Nel corso di più interviste sottolinea di aver agito nel pieno dei propri diritti, sostenendo che “tre perquisizioni nell’arco neppure di un mese non è una cosa normale”. Ribadisce inoltre che la ricostruzione investigativa su Sempio rappresenterebbe “un falso ideologico”, affermando che l’unico responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi resta Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015.
“Sempio non è sulla scena del crimine. Al di là delle indagini tecniche, DNA o non DNA, bisogna collocare Sempio sulla scena del crimine. E bisogna collocarlo in un contesto di rapporti con la vittima. Tutto questo non c’è. Non risulta da nessuna parte“.
Secondo la Procura di Brescia, invece, l’ex pm avrebbe ricevuto denaro dalla famiglia Sempio per favorire l’archiviazione del fascicolo: un sospetto nato anche dal ritrovamento di un appunto nell’abitazione dei Sempio, interpretato come possibile elenco delle spese per ottenere l’atto. Intanto, le ultime indiscrezioni – riportate dal Corriere della Sera – parlano di “plurimi indizi contro Sempio”, i cui dettagli potrebbero emergere solo nella primavera 2026.