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Venchi: Usb denuncia, chiude negozio a Fiumicino e trasferisce dipendenti in zone rosse

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Roma, 6 nov. (Adnkronos) - Venchi chiude un negozio a Fiumicino e trasferisce 10 madri con figli minori, anche in zone rosse. A denunciarlo in una nota è l'Usb spiegando che il 3 novembre, durante un incontro per la definizione di una controversia legale sui part-time, la società ...

Roma, 6 nov. (Adnkronos) – Venchi chiude un negozio a Fiumicino e trasferisce 10 madri con figli minori, anche in zone rosse. A denunciarlo in una nota è l'Usb spiegando che il 3 novembre, durante un incontro per la definizione di una controversia legale sui part-time, la società Venchi ha annunciato "senza troppi giri di parole che discutere di turnazione oraria è del tutto inutile in quanto è già stata predisposta la chiusura di un negozio, dei tre presenti all’aeroporto di Fiumicino, e quindi raggira il divieto di licenziamento trasferendo il personale su territorio nazionale. Nessuna previa comunicazione alle rappresentanze aziendali e una doccia fredda per lavoratrici e lavoratori che non restano in cassa integrazione, come previsto dai decreti emanati, bensì vengono loro consegnate delle lettere di trasferimento per Torino, Parma, Vicenza, Piacenza, Venezia e Siena, nonostante l’azienda conti altri quattro punti vendita su Roma e altri due in aeroporto".

Per l'Usb il comportamento dell'azienda "è inaccettabile" : Venchi "si 'disfa' di 11 lavoratrici e lavoratori, di cui 10 lavoratrici madri di figli minori. L’azienda avrebbe potuto mantenere la cassa integrazione messa a disposizione dal Governo per affrontare la crisi sanitaria, senza dover affrontare alcun costo, ma preferisce mettere i suoi dipendenti in condizione di dimettersi, trasferendoli a centinaia di chilometri da casa e per di più nelle cosiddette zone rosse, mettendo gravemente a rischio la loro salute".

Una operazione, rileva Usb, "predisposta volutamente per raggirare il divieto di licenziamento, eliminare il contenzioso legale sulla illegittimità del part-time, disfarsi di lavoratrici 'scomode' perché rivendicavano i loro diritti. Usb ha denunciato questo gravissimo atto di arroganza padronale in tutte le sedi – Enti Locali, Ministero del Lavoro e Ispettorato del Lavoro – chiedendo con forza a tutte le istituzioni un intervento per impedire che in questa fase di crisi si perdano posti di lavoro, soprattutto delle donne più esposte a una condizione di difficoltà. E’ inaccettabile che ancora una volta siano i lavoratori e le lavoratrici a pagare la grave crisi di un sistema dedito esclusivamente al profitto che ha evidenziato tutte le sue falle in questo periodo di emergenza pandemica". Martedì l'Usb organizza una manifestazione alle 10 davanti al Comune di Fiumicino per chiedere un intervento a tutela dell’occupazione.