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Garlasco, una chiavetta Usb e un capello: i nuovi elementi che potrebbero riscrivere il caso

Garlasco reperti

Una revisione dei reperti di 18 anni fa, da analizzare con tecniche all’avanguardia. Questi accertamenti potrebbero rivoluzionare il caso Garlasco.

Il caso di Garlasco torna al centro dell’attenzione grazie a nuovi reperti riscoperti e a tecnologie investigative di ultima generazione. Un’attenta revisione dei materiali conservati, tra cui plichi contenenti prove datate, apre nuove possibilità per fare luce su un’indagine che per anni è rimasta avvolta nel mistero. Questi nuovi elementi, sottoposti a meticolose analisi, potrebbero finalmente offrire risposte decisive e riscrivere la storia del delitto di Chiara Poggi.

Reperti della villetta di Garlasco in buono stato: nessuna traccia di sangue sulle impronte

I reperti sequestrati nella villetta di Garlasco, dove il 13 agosto 2007 fu assassinata Chiara Poggi, risultano conservati in buone condizioni. Lo ha dichiarato Luciano Garofano, ex comandante dei Ris e attuale consulente di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sul caso della giovane. “Erano in buone condizioni, tanto che si è provveduto alla tamponatura“, ha spiegato al termine dell’incidente probatorio in corso presso la Questura di Milano, disposto dalla gip Daniela Garlaschelli.

Parallelamente, durante le analisi sulle impronte raccolte su fogli di acetilato – un materiale simile a una fascetta para-adesiva – i periti non avrebbero riscontrato tracce di sangue. La prima metà delle impronte era stata già esaminata nel primo giorno dell’incidente probatorio con esito negativo; anche nei giorni successivi, con il test Obti, la metodologia più affidabile per individuare sangue umano, non sarebbero emerse evidenze di sostanze ematiche.

Garlasco, un capello e una chiavetta Usb: come i nuovi reperti possono cambiare le indagini

Un capello o pelo, forse di un gatto di via Pascoli a Garlasco, trovato solo alla fine dell’incidente probatorio nel sacco azzurro della pattumiera, non su sacchetti o confezioni. Risale al 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, assassinata in cucina dove fu recuperata anche una chiavetta Usb con le sue ricerche sulla Madonna delle Bozzole.

I consulenti nominati dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli, Denise Albani e Domenico Marchigiani, lo analizzeranno per ottenere un profilo di Dna nucleare, utile alla nuova indagine che coinvolge Andrea Sempio e Ignoto 2, i cui Dna sono stati trovati sull’anulare sinistro della vittima. Nel 2008 Carlo Previderé esaminò un gruppo di sette capelli stretti nel pugno di Chiara e altri rinvenuti in una pozza di sangue. Solo quello con bulbo ha fornito un Dna chiaro: apparteneva alla vittima. Gli altri 17 capelli furono utilizzati per ricavare un aplotipo mitocondriale, che corrispondeva al patrimonio genetico di Chiara.

Tra gli elementi al centro delle nuove indagini c’è il telefono di Chiara, macchiato di sangue, probabilmente a causa del suo tentativo di chiamare aiuto. I Ris di Parma, sotto la guida del generale Luciano Garofano, avrebbero applicato il cianoacrilato per isolare un’impronta digitale mai menzionata nei loro rapporti ufficiali.

Al cuore delle analisi torna la cucina della villetta, dove gli investigatori avrebbero riscontrato diverse anomalie. Tra gli atti compare anche una foto che ritrae un cestino nella cucina contenente cellulare, chiavi, telecomando dell’allarme e una chiavetta Usb. Negli scatti del 13 agosto 2007, poche ore dopo il ritrovamento del corpo, la chiavetta è posta sopra il telecomando, utilizzato da Chiara alle 9:12 per disattivare l’allarme: un dettaglio che alimenta il mistero su come possa esserci finita lì. Questo enigma si aggiunge a quello dei capelli di Chiara, sui quali è stata trovata nicotina, nonostante il padre fumasse ma si trovasse in Trentino.

Infine, alcune tracce trovate: la numero 13, un contatto quadruplo sull’anta della cucina; la papillare 57 sul mobiletto della tv; la palmare 58 sul pensile sopra il frigorifero; e la digitale 59 vicino alla finestra. All’epoca furono considerate di nessuna utilità, ma oggi potrebbero rivelarsi fondamentali se confrontate con i nuovi reperti analizzati nella recente inchiesta.

Questi elementi potrebbero finalmente fare luce su aspetti finora oscuri e contribuire a ricostruire con maggiore precisione quanto accaduto quella tragica notte.